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Scuole d’infanzia: “Anche per i figli dei clandestini”

Il chiarimento del prefetto di Torino: "Tutelare diritto all’istruzione nelle scuole di ogni ordine e grado"

Roma -1 aprile 2010 – I Comuni e gli altri uffici pubblici coinvolti non devono segnalare mamme e papà senza permesso di soggiorno che iscrivono i loro figli alle scuole d’infanzia. Anche se non si tratta di scuole dell’obbligo, il diritto all’istruzione dei piccoli va comunque tutelato, evitando che i genitori non li iscrivano per paura di una denuncia.

Il chiarimento arriva dal prefetto di Torino Paolo Padoin, dopo le perplessità espresse dall’assessore comunale all’istruzione Beppe Borgogno. La legge sulla sicurezza, aveva fatto notare l’assessore, prevede che non si debba presentare il permesso di soggiorno per l’iscrizione alla scuola dell’obbligo, ma la scuola d’infanzia non è scuola dell’obbligo, quindi in quel caso il permesso servirebbe.

Nonostante ciò, il Comune di Torino aveva accettato le domande di iscrizione alle scuole di infanzia presentate da genitori irregolari, senza denunciarli. “Non si capisce perché un bambino di 6 anni lo si debba considerare diverso da uno di 5” aveva detto Borgogno.

Questa linea è giusta, ha confermato oggi il prefetto di Torino. "Il ministero dell’Interno – ha spiegato Padoin- ha concordato con l’avviso espresso da questa prefettura secondo cui alla luce delle norme vigenti, ed in particolare dell’articolo 38 del T.U. Immigrazione e dell’art.45 del D.P.R. 349/99, i minori stranieri presenti sul territorio, indipendentemente dalla titolarità di un permesso di soggiorno, hanno diritto all’istruzione nelle scuole di ogni ordine e grado".

Elvio Pasca

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