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Se apre agli immigrati Fini diventa un bingo bongo

Bertolini (Pdl): "È come il Pd, tenta di ingraziarseli". Libero: "Macchietta nera"

Roma – 23 novembre 2010 –  Ieri Gianfranco Fini ha detto che il manifesto di Futuro e Libertà per l’Italia è aperto anche alle firme degli immigrati. Una scelta in linea con la convinzione che la partecipazione sia uno strumento di integrazione e con la proposta di far votare gli immigrati alle amministrative.

La stessa coerenza l’ha dimostrata prima di Fini il centrosinistra, che pure ritiene importante portare gli immigrati alle urne. Così, intanto, li ha sempre fatti votare alle primarie, da quelle che nel 2005 incoronarono Prodi candidato premier a quelle che dieci giorni fa hanno scelto Pisapia per la corsa a sindaco di Milano.

Il fatto che forze di sinistra e di destra abbiano a cuore lo stesso tema dovrebbe far venire il sospetto che la partecipazione degli immigrati è un argomento sì politico, ma senza un colore predeterminato, un argomento che implica un ragionamento profondo sui diritti civili che non può essere tirato per la giacca da questo o  quel partito.

Eppure c’è chi, come Isabella Bertolini (Pdl), fa piombare anche questo tema nel fango delle beghe da crisi di governo. “Futuro e Libertà ha le stesse posizioni del Partito Democratico. Così come il partito di Bersani, anche Fini vuole far votare gli stranieri alle amministrative e per questo tenta di ingraziarseli” denunciava ieri la deputata.

Una dichiarazione che tra l’altro palesa la considerazione che la Bertolini ha del libero arbitrio di cinque milioni di persone, che sarebbero pronte a innamorarsi di chiunque dà loro la possibilità di partecipare a un progetto politico. Secondo lo stesso ragionamento, il semplice fatto che anche Bertolini è libera di sottoscrivere il programma di Sinistra Ecologia Libertà ne fa quasi  automaticamente una vendoliana.

Meno difficile è capire il senso della vignetta in prima pagina oggi su Libero. Sotto il titolo “Macchietta nera”, c’è un presidente della Camera nudo, nero, con la capigliatura afro e una giraffa sullo sfondo. Manca l’anello al naso, ma il messaggio passa lo stesso: i bingo bongo sono contagiosi, basta parlarci e si diventa come loro.

Elvio Pasca

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