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Servizio civile aperto agli stranieri. Il governo vara la riforma

Il ddl delega sul Terzo Settore cancella il requisito della cittadinanza per i volontari. Il prossimo bando rischia però di essere ancora "solo per italiani"

Roma – 11 luglio 2014 – Il servizio civile cambierà aprendosi anche ai giovani stranieri, o presunti tali.

Dopo averne diffuso a maggio le linee guida, chiedendo il parere di enti e associazioni, ieri sera il consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore. Al suo interno è prevista anche  l’istituzione un “servizio civile universale”, con meccanismi diversi, maggiori finanziamenti e una platea di volontari più ampia rispetto ad oggi. E, tra le altre cose, viene cancellato il requisito della cittadinanza italiana.

Come spiega il comunicato di Palazzo Chigi, si vuole infatti “prevedere un meccanismo di programmazione, di norma triennale, dei contingenti di giovani di età compresa tra 18 e 28 anni, anche cittadini dell’Unione europea e soggetti ad essi equiparati ovvero stranieri regolarmente soggiornanti o partecipanti ad un programma di volontariato, che possono essere ammessi al servizio civile universale e di procedure di selezione ed avvio dei giovani improntate a principi di semplificazione, trasparenza e non discriminazione”.

Tra i volontari, potrebbero quindi esserci anche immigrati o, più frequentemente, figli di immigrati. Cioè quei ragazzi cresciuti in Italia che diverse sentenze hanno già ordinato di non discriminare nell’accesso al Servizio Civile.

C’è, però, un problema di tempi. Il disegno di legge delega  deve ancora iniziare il suo cammino in Parlamento e quando verrà approvato il governo avrà un anno di tempo per varare i relativi decreti legislativi. Il prossimo bando per il Servizio Civile, previsto per l’autunno, arriverà quindi prima che la riforma diventi realtà.

Si rischia quindi un nuovo bando “solo per italiani” e un nuovo, puntuale, ricorso antidiscriminazione, senza contare che intanto vanno avanti i processi per i ricorsi degli scorsi anni. La possibile soluzione? Anticipare un pezzetto della riforma.

In uno dei provvedimenti che già sono all’esame del Parlamento si potrebbe infatti inserire un emendamento che interviene solo sui requisiti d’accesso al Servizio Civile, cancellando quello della cittadinanza tricolore.

Elvio Pasca
 

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