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Servizio Civile. Bastianini: “Nuovo ricorso? Si rischia un disastro”

Parla il presidente della Consulta Nazionale del Servizio Civile: “La legge è chiara, se si vogliono includere i ragazzi stranieri bisogna cambiarla”. Martedì audizione con Asgi e Avvocati per Niente

Roma – 18 ottobre 2013 – La Consulta Nazione del Servizio Civile vuole evitare “un disastro”.

Il presidente Giovanni Bastianini definisce così il possibile esito di un nuovo ricorso contro l’esclusione dei ragazzi stranieri. Un giudice potrebbe infatti bloccare le partenze dei volontari, secondo un copione già visto due anni fa, prima ancora che a Milano si stabilisse in due gradi di giudizio che il requisito della cittadinanza italiana per i volontari è “discriminatorio”.

Per sventare questo rischio, martedì prossimo l’organismo permanente che riunisce i rappresentanti di enti e che è strumento di “consultazione, riferimento e confronto” per l’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, ha indetto una riunione. È prevista l’audizione dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione e di Avvocati per Niente, che hanno portato avanti il ricorso di Milano e ora, di fronte al nuovo bando, sono pronte a seguire la stessa strada.

Non sarà semplice trovare una mediazione. Asgi e Apn si appellano alla sentenza del tribunale di Milano: “Il requisito della cittadinanza italiana è discriminatorio, quindi va eliminato”. L’Ufficio Nazionale del Servizio Civile guarda invece al decreto legislativo 77 del 2002, che regola il Servizio Civile e prevede quel requisito: “Se non cambia la legge, il bando non può aprire ai ragazzi stranieri”. Una lettura, quest’ultima, condivisa dal presidente della Consulta.

“Il nodo da sciogliere – dice Bastianini a Stranieriinitalia.it – è nella legge, perché nel mondo del servizio civile si parla da tempo di aprire ai ragazzi con cittadinanza non italiana e nessuno è contrario. Ma se la legge rimane com’è, questo non si può fare, perché il servizio civile è difesa della patria con mezzi non armati e non violenti, quindi c’è un parallelismo con il servizio militare, prerogativa dei cittadini italiani. Non si può quindi cambiare il bando del servizio civile se prima non si cambia la legge”.  

Il Tribunale di Milano però ha bocciato questa interpretazione
"Il Tribunale è libero di pensarla come vuole. Io però credo che anche se il caso, come ci auguriamo, finisse davanti alla Corte Costituzionale, questa non potrebbe che ribadire un concetto già espresso in passato con chiarezza: il servizio civile è difesa della patria. Comunque confidiamo che nell’incontro di martedì si ragioni e si facciano passi avanti, noi vogliamo ascoltare cosa hanno da dire Asgi e Avvocati per Niente, ma ascoltino anche cosa abbiamo da dire noi, senza pregiudizi".

Legge a parte, tra le tante anime del servizio civile ce n’è qualcuna contraria all’apertura ai ragazzi stranieri cresciuti in Italia?
"No. Ci sono anime diverse, nessuna delle quali è però così tanto staccate dalle altre da non ritenere che il Servizio Civile debba includere, anziché escludere".

C’è una posizione unanime anche nel ritenere che cambiare la legge sia l’unica via percorribile?
"Ci sono casi nei quali valgono i pareri personali, altri, come questo, nei quali i pareri personali valgono nulla".

Le sentenze del tribunale di Milano sono pareri personali?
"No, ma nemmeno la legge è un parere personale, e la legge dice che il Servizio Civile lo fanno gli italiani. Ci sono le sentenze, ma l’ufficio nazionale ha dato la sua interpretazione, supportato dal parere dell’ Avvocatura dello Stato. Si confrontino tra istituzioni, noi possiamo solo sollecitare ad affrontare il problema con urgenza".

Sono anni che si sollecitano inutilmente governo e Parlamento a cambiare la legge
"Anche noi abbiamo invocato da tempo una soluzione, ma se cambi tre ministri in quatto mesi è difficile che le sollecitazione siano efficaci. Ora ci troviamo in questa situazione, ma spero che dall’incontro di martedì si riescano a fare passi avanti, che inizi un percorso costruttivo e che l’ipotesi di un nuovo ricorso diventi residuale".

Mettiamo che "vada male", arrivi un nuovo ricorso e un giudice sospenda il bando. Che succederà?
"Sarà l’ennesimo disastro e lo pagheranno i giovani che non c'entrano nulla. Già l’anno scorso non c’è stato il bando e ora che si sono trovate le risorse e i volontari potrebbero partire c’è lo spettro di un altro blocco a tempo indeterminato. Spero davvero che si possa definire almeno un calendario di tentativi prima di delegare ancora una volta la soluzione di questa vicenda a un tribunale".

Elvio Pasca

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