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Servizio Civile. Stranieri esclusi anche dai nuovi bandi

Il ministro per l’Integrazione:: “Se non cambia la legge, sarà ancora necessaria  la cittadinanza italiana”. Un parere dell’Avvocatura di Stato vanifica gli effetti della sentenza di Milano

 

Roma – 2 novembre 2012 –Il Servizio Civile è ancora precluso a ragazzi e ragazze straniere. La sentenza dello scorso gennaio che aveva definito questa esclusione discriminatoria, e quindi illegittima, non peserà sui nuovi bandi, dove rimarrà il requisito della cittadinanza italiana.

Lo ha spiegato il ministro per l’Integrazione e la Cooperazione Andrea Riccardi, che ha la delega sul servizio civile, rispondendo il 23 ottobre a un’interrogazione presentata alla Camera del deputato dell’Idv Fabio Evangelisti.

Il caso è nato quando Syed S., ventiseienne milanese di origine pakistana che vive in Italia da quando aveva undici anni, ha presentato ricorso, insieme ad Asgi e avvocati per Niente Onlus, contro il bando 2011 del servizio civile. Il tribunale di Milano gli ha dato ragione, dichiarando il “carattere discriminatorio” del bando e ordinando all’ Ufficio nazionale per il servizio civile di  “sospendere le procedure di selezione, di modificare il bando (…),  consentendo l’accesso anche agli stranieri regolarmente soggiornanti  in Italia”.

Contro quella sentenza il governo ha presentato ricorso, ma bisognerà attendere il 22 novembre perché venga discusso nel merito. Intanto, anche grazie anche alla buona volontà di Syed e delle associazioni che lo assistono, è stato sospeso parte dell’effetto dell’ordinanza di primo grado sul bando 2011, permettendo ai volontari già selezionati di partire.

Per capire come regolarsi con i nuovi bandi, l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile si è rivolto all’avvocatura di Stato. Questa, scrive Riccardi, “con parere trasmesso in data 24 luglio 2012, ha fatto presente, sotto un profilo generale, che la clausola del bando di ammettere i soli cittadini italiani alla selezione per il servizio civile è stata considerata legittima e non discriminatoria da altri giudici di merito (tra gli altri dal tribunale di Brescia con sentenza depositata il 9 maggio 2012) e, con riferimento alla norma primaria di cui all’articolo 3 del decreto legislativo n. 77 del 2002, ha rilevato che, non essendo stato aperto incidente di incostituzionalità, la stessa è tuttora vigente ed efficace e crea per l’amministrazione un diretto vincolo non suscettibile di applicazione discrezionale”.

Secondo l’Avvocatura bisogna “introdurre nei nuovi bandi la riserva dell’accesso al servizio civile ai soli cittadini”,  e anche altre sconfitte in tribunale non  sarebbero “di per sé sufficienti a giustificare una eventuale modifica dei bandi”. “Alla luce del parere reso dall’avvocatura – conclude Riccardi – nei bandi di prossima adozione sarà prevista la cittadinanza italiana quale requisito di partecipazione al servizio civile, in ossequio al quadro normativo vigente non disapplicabile dall’amministrazione, fatti salvi eventuali interventi legislativi volti a modificare la disciplina in materia”.

EP

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