Roma – 25 gennaio 2012 – Si sbloccheranno presto le partenze per il servizio civile, anche se i volontari sono stati selezionati in base a un bando che una sentenza del tribunale di Milano ha bocciato come discriminatorio.
La soluzione del groviglio che ha lasciato in sospeso diciottomila ragazzi e i progetti a cui erano destinati è in un compromesso raggiunto tra l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile e le stesse associazioni che hanno promosso l’azione antidiscriminazione di Syed S, escluso perché non ha la cittadinanza italiana. Quel requisito va eliminato, continuano a ripetere Asgi e Avvocati per Niente, che però hanno concordato un espediente “tecnico” per uscire dalla paralisi.
“Prendiamo anche atto con rammarico che ad oggi il Governo non ha assunto alcuna iniziativa in esecuzione dell’ordinanza in tema di accesso al Servizio Civile per i giovani di cittadinanza straniera, se non sospendendo le partenze, nonostante le nostre proposte che prevedevano l’ apertura definitiva del servizio civile agli stranieri a partire dal prossimo bando” scrivono in una nota Asgi e APN, annunciano anche un intervento “per superare la situazione creatasi”.
“In maniera spontanea, abbiamo già preso contatto con l’Avvocatura dello Stato per concordare la presentazione già domani avanti la Corte d’Appello di Milano, ove è stato depositato il ricorso in appello dell’Amministrazione, per chiedere consensualmente la sospensione provvisoria – sino alla pronuncia definitiva – degli effetti dell’ordinanza per la sola parte riguardante il bando in corso, fermi restando gli effetti della stessa nella parte in cui accerta il carattere discriminatorio della esclusione degli stranieri” spiegano.
“La piena collaborazione offerta dai ricorrenti – chiariscono ancora Asgi e APN – consentirà così alla Corte di disporre la sospensione immediatamente con la conseguenza che i volontari prossimi alla partenza potranno prendere servizio nei tempi previsti”.
Il Servizio Civile Nazionale, quindi, si potrà mettere in moto, ma intanto dovrà muoversi anche il governo. Come? Intanto, chiedono le due associazioni, “la Presidenza del Consiglio rinunci all’appello per la parte relativa all’accertamento della discriminazione operata nei confronti dei giovani stranieri, consentendo così che la pronuncia giudiziale diventi definitiva così da poter aprire a partire dal bando 2012, anche agli stranieri la possibilità di partecipare a questa fondamentale esperienza di promozione della solidarietà e di coesione sociale”.
Soprattutto, il governo dovrebbe modificare subito la legge sul servizio civile (d.lgs. 77/2002) modificando l’articolo 3, quello che prevede la cittadinanza italiana, sancendo “definitivamente il diritto degli stranieri regolarmente soggiornanti a concorrere”. Basterebbe infilare la modifica in uno dei provvedimenti già in calendario, ad esempio, suggeriscono Asgi e Avvocati per Niente, l’imminente decreto legge sulla semplificazione.
EP