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Sharif, un permesso al campione clandestino

Il diciassettenne afghano ha vinto il titolo francese di Savate. Il governo: “Sì alla regolarizzazione”

Roma – 3 marzo 2009 – Il permesso di soggiorno? Si può conquistare a calci e pugni, con tanti complimenti da parte del governo.

Lo dimostra la storia di Sharif Hassenzade, un diciassettenne afghano che sabato scorso ha vinto il titolo nazionale di Savate, arte marziale nota anche come “boxe francese”, su un ring di Sainte-Anne d’Auray, in Bretagna. 

Sharif è arrivato Oltralpe clandestinamente tre anni fa, dopo un viaggio avventuroso, non sapeva scrivere e non conosceva una parola di francese.  Affidato a un centro d’accoglienza, finora non era stato espulso perché minorenne, ma il 31 dicembre prossimo avrebbe rischiato di festeggiare i 18 anni con un ritorno forzato in patria.

Dopo la vittoria del titolo nazionale e il tam tam mediatico che ne è seguito è però arrivato il colpo di scena: il governo francese ha aperto alla regolarizzazione. “Sharif Hassenzade può subito presentare domanda alla prefettura del Nord per ottenere un permesso di soggiorno e iniziare, se vuole, il percorso verso la naturalizzazione” ha annunciato ieri il ministro per l’immigrazione Eric Besson.

“È un nuovo inizio. L’anno prossimo, se parteciperò a una competizione internazionale, rappresenterò la Francia. La mia famiglia sarà fiera di sentirmi cantare la Marsigliese” ha commentato Sharif. Il giovane sogna di diventare allenatore, ma intanto, con buona pace dei suoi avversari, ha ancora molto da dire sul ring.

Elvio Pasca

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