A Pontoglio, vicino Brescia, inviti ad andarsene per chi “non rispetta la cultura e le tradizioni locali” . Come i presepi nelle scuole e le sagre della pasta ripiena
Brescia – 17 dicembre 2015 – Presepi, cartelli e pasta ripiena. Sono le armi dispiegate a Pontoglio, 7 mila anime in provincia di Brescia, per la “valorizzazione e salvaguardia delle tradizioni popolari, culturali e religiose”. Tradizioni evidentemente messe a rischio da chi prega (o mangia?) in un altro modo.
È tutto scritto in una delibera approvata lo scorso 30 novembre dalla giunta di centrodestra, nella quale si legge che “la difesa delle proprie tradizioni rappresenta lo strumento per salvaguardare la propria identità”. Il sindaco Alessandro Giuseppe Seghezzi e i suoi assessori hanno quindi “deciso di concretizzare il proprio impegno mediante una serie di iniziative”.
Innanzitutto, in vista del Natale, sindaco e assessori doneranno un presepe a ogni scuola presente sul territorio comunale. “È la rappresentazione della nascita di Gesù e simbolo dei valori morali posti a fondamento dell’umanesimo cristiano” scrivono, citando come esempi “la sacralità della nascita, della maternità della donna e della famiglia fondata sul matrimonio”, o anche il rispetto per la natura ( “il cielo stellato…)” e per gli animali (“il bue, l’asinello, le pecorelle”).
A far discutere di più sono però i cartelli che la giunta ha fatto mettere agli ingressi del paese, “volti a ricordare le sue origini storiche”. C’è scritto: “Pontoglio è un Paese a cultura occidentale di profonda tradizione cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”.
Infine, la stessa delibera parla della “Sagra del Casoncello”, “tipico prodotto locale legato alla tradizione popolare della festività di San’Antonio Abate”. È una pasta fresca ripiena di carne, per la quale ora l’amministrazione si impegna a ottenere i marchi DOP o IGP. Chi non la gradisce, se ne può pure andare.
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