Citta’ del Vaticano, 3 lug. -(Adnkronos)- ”Il reato di immigrazione clandestina portera’ un carico abnorme negli uffici giudiziari perche’ bisognera’ seguire un iter ben preciso per decine di migliaia di persone”. E’ quanto dice all’ADNKRONOS Oliviero Forti, responsabile nazionale della Caritas per l’immigrazione. Ancora, sottolinea Forti, il reato di clandestinita’ ”fa rientrare dalla finestra quella norma relativa alle denunce dei medici che era stata eliminata. Infatti i medici come pubblici ufficiali sarebbero tenuti a denunciare gli immigrati irregolari che chiedono di essere curati nelle strutture pubbliche”.
Il risultato di tutto questo c’e’ gia’ stato: ”sono diminuiti del 30% gli immigrati regolari che si rivolgono agli ospedali pubblici, un dato preoccupante perche’ sappiamo che per curarsi ora si rivolgono a circuiti privati spesso legati alla criminalita’ organizzata, dove non ricevono le cure adeguate. Un fatto che comporta dei rischi per la salute collettiva”.
Anche sul tema dei ricongiungimenti familiari sempre piu’ difficili la Caritas esprime forti riserve. ”La Chiesa – spiega il responsabile Caritas per l’immigrazione – si richiama in queste materie alla dottrina sociale che non da’ molti margini di manovra: per noi la famiglia e’ un cardine della societa’, e politiche che la ostacolano non possono essere condivise”. Rimane in ogni caso la disponibilita’ al dialogo dell’organizzazione pastorale della Cei, per cambiare alcune delle norme contenute nel pacchetto sicurezza.