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Sicurezza: l’Italia invasa dai presidi militari

Defender dell’esercito e tute mimetiche. Pareri contrastanti: "se c’è ordine, c’è meno razzismo", "ci sentivamo sicuri pure prima"…

Roma – 4 agosto 2008 – “È una cosa ridicola. Sembra di essere in un regime militare: Roma come il Cile”. È il commento al piano anticrimine di un gruppo di autisti della società Tevere, che si occupa delle tratte extraurbane di Roma, quelle più frequentate dagli immigrati.

Da oggi i presidi militari sono sparsi ovunque nelle principali città italiane. Defender dell’esercito e tute mimetiche hanno fatto la loro comparsa, sin dalle prime ore della mattina, davanti ad ambasciate, centri per immigrati e stazioni. Da piazza Duomo a Milano, dove artiglieri vigilano gli ingressi con polizia e carabinieri, a piazza San Giovanni in Laterano, a Roma, dove è presente una camionetta di parà della Folgore, fino al Cpa di Lampedusa, dove gli avieri stanno sostituendo i carabinieri nella vigilanza esterna.

Nella Capitale i principali siti dove si concentreranno i presidi sono le ambasciate e le sedi diplomatiche. Poi ci sono l’ex Cpt di Ponte Galeria e l’ufficio immigrazione di via Patini. Sotto controllo anche gli snodi di scambio più periferici del trasporto pubblico: ponte Mammolo, Anagnina e Battistini, La Storta, Saxa Rubra, Labaro, Tor di Quinto, Ponte delle Valli, Capannelle, Ostia, Acilia, Stella Polare e Castelfusano.

Al capolinea della stazione Mattia Battistini il conducente di un autobus aspetta il suo turno e guarda la jeep dell’esercito parcheggiata a pochi metri. “L’utilizzo delle forze armate è un segnale di debolezza per uno Stato democratico – commenta – Ai tempi delle Brigate Rosse aveva senso utilizzare l’esercito, ma oggi è inutile e crea solo paura tra i cittadini”. Gli fa eco un collega, per il quale “le decisioni di emergenza non sono mai efficaci, bisognerebbe lavorare giorno per giorno”.

A Milano Mohamed, muratore marocchino 30enne, dice: “chi lavora non ha nulla da temere. Se c’è ordine c’è meno razzismo”. Nel capoluogo lombardo molti sono i sì fra i negozianti e chi abita in zone dove più volte la gente è scesa in strada per chiedere più sicurezza. Mentre nella Capitale un portiere del quartiere residenziale Parioli, guarda la camionetta di militari che ha sostituito quella della guardia di finanza davanti alla vicina sede diplomatica e commenta: “ci sentivamo sicuri pure prima”. Ma in una delle stazioni periferiche della metropolitana romana, Rosa, giovane commessa pendolare, addirittura applaude e dice “era ora!”.

Il tutto non può che fare un brutto effetto ai turisti. Da un anziano inglese a spasso per Roma il commento più duro: “sembra un teatro di guerra, mi ricorda tempi tristi e lontani”. A Torino servizi di pattugliamento nel pomeriggio al Parco Stura, meglio noto come Tossic Park per l’intensa attività di spaccio, mentre è già attiva con 76 alpini la vigilanza nel Centro identificazione ed espulsione. Attività che a Lampedusa è curata dagli avieri chiamati a controllo degli spazi esterni del centro di primo soccorso e accoglienza dell’isola.

A Padova, dove in piazza Stanga i giovani di An hanno srotolato uno striscione di benvenuto ai militari, prime identificazioni da parte delle pattuglie di persone trovate a bivaccare nella zona della stazione. A Palermo pattuglie con i bersaglieri impiegate fra le strette vie del centro storico, a Napoli pattuglie anche al Vomero e al molo Beverello, affollato in questi giorni da persone in attesa di imbarcarsi per le isole del Golfo.

a.i.

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