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Sistema di accoglienza lento e inefficace: a Trieste il fallimento delle istituzioni

Roma, 3 luglio 2024 – Nel 2023, Trieste ha continuato a vivere una crisi umanitaria profonda, acuita dall’aumento del 22% degli arrivi di migranti rispetto all’anno precedente. Nonostante i ripetuti appelli della società civile cittadina, le istituzioni non hanno risposto in modo adeguato, lasciando centinaia di richiedenti asilo abbandonati in strada. Ad agosto dello scorso anno, 494 migranti aspettavano fino a 85 giorni per entrare nel sistema di accoglienza, mentre i servizi di bassa soglia rimanevano insufficienti.

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Migranti, cosa sta succedendo a Trieste

Le associazioni della Rete solidale – Comunità di San Martino al Campo, Consorzio Italiano di Solidarietà – Ics, Diaconia Valdese, Donk Humanitarian Medicine e Linea d’Ombra – hanno pubblicato un rapporto dettagliato intitolato “Vite abbandonate”. Questo documento mette in luce le criticità dei flussi migratori in arrivo a Trieste, evidenziando le carenze del sistema di accoglienza che ha trasformato la città in un simbolo di inadeguatezza gestionale. Nel 2023, il ripristino dei controlli di frontiera e la sospensione di Schengen – avvenuta in ottobre – si sono rivelati strumenti di propaganda piuttosto che misure efficaci per ridurre gli ingressi.

Per legge, infatti, non si possono respingere coloro che richiedono protezione internazionale ai valichi di frontiera. Tuttavia, sono stati tentati programmi di riammissione dall’Italia alla Slovenia, poi abbandonati poiché il governo sloveno ha rifiutato il 90% delle proposte. Inoltre, sono ripresi i respingimenti illegali da parte della polizia croata, in particolare verso la Bosnia, come riportato dai migranti stessi.

Sempre nel 2023, a Trieste sono arrivate 16.052 persone, rispetto alle 13.127 del 2022, con una media di 44 arrivi al giorno. La maggioranza dei migranti proveniva dall’Afghanistan, fuggendo dalla crisi umanitaria causata dalla presa del potere dei Talebani. Seguono i migranti pakistani e turchi, questi ultimi in aumento a causa del terremoto devastante che ha colpito il sud della Turchia nel febbraio 2023. Inoltre, nello stesso anno sono aumentati significativamente gli arrivi di persone vulnerabili: minori non accompagnati, donne sole e nuclei familiari rappresentavano il 31% del totale. Le famiglie sono aumentate del 120%, e i minori soli – il 19% degli arrivi – del 112%. La maggioranza dei minori dichiarava di essere in transito verso altri Paesi, e quindi non avevano diritto a un posto letto di emergenza, costringendoli a dormire all’aperto.

Un sistema di accoglienza lento e inefficiente

Il sistema di accoglienza a Trieste si è rivelato particolarmente lento e inefficace. Alcuni migranti hanno ricevuto il primo permesso di soggiorno mentre erano ancora in strada, poiché è necessario un domicilio per ottenere il permesso, che spesso viene individuato nella “casa comunale”. I tempi di attesa e le condizioni disumane al silos, una struttura fatiscente nei pressi della stazione, hanno spinto il 25% dei richiedenti asilo a lasciare la città, diventando irreperibili.

Le ragioni del dramma umanitario a Trieste sono da ricercarsi principalmente nelle carenze del sistema di accoglienza e dei trasferimenti, insieme alla disorganizzazione dei servizi di bassa soglia. A fine giugno, lo sgombero del silos ha visto lo spostamento dei richiedenti asilo verso altre strutture, ma questa azione si è rivelata più dimostrativa che risolutiva. Senza un sistema efficiente di gestione degli arrivi, la situazione di abbandono delle persone migranti si ripresenterà inevitabilmente.

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