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Sì al ddl sicurezza, scontro in Aula

La maggioranza esulta: "Stop al buonismo, linea dura". L’opposizione: "Violate i diritti e alimentate l’illegalità" Roma – 2 luglio 2009 – Le “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" scritte da governo e centrodestra sono state approvate oggi definitivamente dal Senato con 157 voti a favore, 124 contrari e 3 astenuti.

L’Italia avrà così una nuova legge che cambia molte regole sull’immigrazione, complicando la vita di tutti gli stranieri in Italia, siano essi clandestini o titolari di un permesso di soggiorno. Se gli irregolari dovranno vedersela, tra l’altro, con reato di clandestinità, divieto di matrimonio e permanenze più lunghe nei Centri d’espulsione, mentre i regolari pagheranno di più permessi e cittadinanze e dovranno superare un test per la carta di soggiorno.

In aula al Senato, nelle dichiarazioni che hanno preceduto il voto finale, si è consumato l’ultimo scontro tra maggioranza e opposizione.

Federico Bricolo, della Lega Nord, esultava . “Si cambia completamente rotta rispetto al passato, si abbandona per sempre il buonismo di Stato voluto dal centro sinistra. Non ci sarà più posto in questo Paese per gli immigrati che non si vogliono integrare, che infrangono le nostre leggi, che vivono di criminalità, che non rispettano la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni. Dobbiamo aiutare prima la nostra gente. In questo momento, meno stranieri arrivano in cerca di un posto di lavoro meglio è”.

Maurizio Gasparri, capogruppo del Popolo della Libertà, ha parlato di ”una legge per gli italiani che vogliono la sicurezza". "E’ una parte fondamentale del programma del centrodestra, carcere più duro per i boss delle cosche, reato di immigrazione clandestina, sanzioni più severe per tutti i reati che allarmano i cittadini, più sicurezza, più certezza della pena. Per questo siamo al governo e siamo orgogliosi di aver portato questa legge al traguardo".

"Voi consegnate ad una Italia  impaurita solo un pugno sbattuto sul tavolo" ha denunciato invece Anna  Finocchiaro, del Partito Democratico, rivolgendosi alla maggioranza. La nuova legge, è "senza alcuna efficacia dal lato della sicurezza dei  cittadini e sicuramente con gravi violazioni dei diritti civili degli  immigrati ai quali affidiamo la cura dei nostri cari e dei nostri beni e il cui lavoro e’ indispensabile per il funzionamento di miglia di  imprese. Pura propaganda e  niente di più".

Giampiero D’Alia, dell’Unione di Centro,  si è scagliato contro il reato di clandestinità, definendolo "una norma inutile e dannosa". "Gli irregolari – ha spiegato – scompariranno d’incanto dalle statistiche, dai registri anagrafici dei Comuni, dagli ospedali, dalle scuole, dalle case e, soprattutto, dal controllo delle forze di polizia; non scompariranno dal Paese ed alimenteranno il circuito della illegalità e della malavita".

Anche secondo Felice Belisario, dell’Italia dei Valori, "mettere fuori legge centinaia di migliaia di persone, renderli soggetti a sanzioni di qualunque natura li costringerà a finire nelle mani della malavita. No, a questo provvedimento, no alla insicurezza per i cittadini presentata nelle forme più subdole e ripugnanti e colorata da qualche spennellata xenofoba, da fanatismo ed estremismo, ma senza alcuna efficacia reale".

EP

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