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Social card per i più poveri. Immigrati esclusi

La carta acquisti varata dal governo contro la crisi è riservata ai cittadini italiani Roma – 26 novembre 2008 – Quaranta euro per fare la spesa. Un piccolo aiuto dello Stato a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese. A patto che sia italiano.

La “Carta acquisti” (o social card), presentata stamattina dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, è uno degli strumenti previsti dal piano anti-crisi del governo. Si tratta in pratica di una normale carta d’acquisto elettronica, ma le spese verranno addebitate allo Stato, non al titolare.

Ogni mese, la carta permetterà ai meno abbienti di spendere fino a 40 euro ogni mese nei negozi alimentari che aderiscono all’iniziativa, che accorderanno anche uno sconto speciale del 5%. Potranno riceverla gratuitamente anziani ultrasessantacinquenni e  famiglie con figli sotto i 3 anni che non raggiungono una determinata soglia di reddito.

Tra i requisiti indispensabili, spiega però il sito del Ministero dell’Economia, c’è anche: “essere cittadino/a italiano/a residente in Italia e regolarmente iscritto all’Anagrafe”. Insomma niente social card agli immigrati, siano essi cittadini di Paesi extraue o comunitari (e su questo anche Bruxelles potrebbe avere qualcosa da ridire…).

Intanto, stanno partendo le lettere che comunicheranno l’iniziativa a tutti gli interessati. E c’è il rischio che al danno in aggiunga la beffa, come successe col bonus bebe. Pure quell’aiuto era riservato agli italiani, ma annuncio e moduli per richiederlo finirono anche nelle cassette postali di tantissimi immigrati.

Elvio Pasca

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