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Sommerso. Uil: “Irregolari 16 lavoratori su 100”

È "in nero" il 10,3% del Prodotto interno lordo. Loy: "Servono risposte, a partire da politiche sull’immigrazione

Roma – 9 giugno 2010 – Il sommerso vale 154 miliardi di euro, il 10,3% del Prodotto interno lordo. E colpisce 3,7 milioni di persone, che lavorano in assenza, totale o parziale, di tutele, con un tasso di irregolarità  pari al 16,4% rispetto al numero degli occupati.

Sono le stime pubblicate oggi dalla Uil su un fenomeno che toglie risorse alle casse dell’erario e a quelle previdenziali, così come sicurezza ai lavoratori. Senza contare la concorrenza sleale ai danni delle imprese oneste da parte di chi, infrangendo le regole, ha costi del lavoro estremamente più bassi.

Per il segretario confederale Guglielmo Loy, “la continua crescita del lavoro sommerso è un rischio concreto che attanaglia indistintamente tutto il Paese”. Così come contro l’evasione fiscale, anche contro il ‘nero’ “è necessario un maggiore impegno di tutti i livelli istituzionali, da quelli nazionali a quelli locali, anche per una più efficace e coordinata azione dei soggetti preposti al controllo.

“Vanno date risposte innovative – continua il sindacalista della Uil  – che affrontino più di un tema, a partire dalle politiche sull’immigrazione”. Queste infatti “fino ad oggi sono state più legate a farraginosi meccanismi burocratici, piuttosto che a dare reali risposte ai bisogni concreti di imprese e lavoratori” .

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