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Sospeso dal Consiglio di Stato il trasferimento delle motovedette italiane alla Tunisia

Roma, 20 giugno 2024 – Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare presentata da un gruppo di organizzazioni non governative (ONG) e associazioni, sospendendo il trasferimento delle motovedette italiane alla Tunisia fino a nuove indicazioni. Questa decisione arriva in risposta alle preoccupazioni sollevate dalle ONG riguardo alle gravi violazioni dei diritti umani che potrebbero essere facilitate dal trasferimento di queste imbarcazioni.

Migranti, le preoccupazioni delle Ong

Maria Teresa Brocchetto, Luce Bonzano e Cristina Laura Cecchini, avvocate del pool che ha seguito il caso, hanno sottolineato il rischio di deportazioni illegali di migranti in Tunisia. “Come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine vuol dire aumentare il rischio che le persone migranti siano sottoposte a deportazioni illegali,” hanno spiegato. Le ONG coinvolte, tra cui Asgi, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet, tra l’altro, avevano inizialmente presentato ricorso al Tar del Lazio contro il finanziamento di 4,8 milioni di euro destinato alla rimessa in efficienza e al trasferimento di sei motovedette alla Tunisia. Il Tar del Lazio aveva rigettato il ricorso, considerato l’accordo come legittimo e in linea con le decisioni prese a livello europeo e nazionale, ritenendo la Tunisia un Paese di origine sicuro.

Nonostante la sentenza del Tar del Lazio, le ONG hanno impugnato la decisione presso il Consiglio di Stato, chiedendo d’urgenza la sospensione cautelare del trasferimento delle motovedette. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza, riconoscendo “prevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante” e sospendendo il trasferimento delle imbarcazioni alla luce delle possibili violazioni dei diritti umani che tale atto potrebbe comportare. “Alla nuova ondata di arresti e deportazioni nei confronti delle persone migranti ora si affiancano persecuzioni contro gli attori della società civile che le sostengono. Tuttavia, le politiche italiane ed europee sembrano sostenersi e giustificarsi a vicenda, impermeabili agli allarmi lanciati dalle Nazioni Unite e dalle ONG internazionali che condannano unanimemente l’operato delle autorità tunisine”, ha commentato Filippo Miraglia di Arci.

I commenti

Lorenzo Figoni di ActionAid Italia, poi, ha aggiunto: “Le deportazioni di massa, gli arresti arbitrari e le violenze ai danni delle persone migranti dimostrano che la Tunisia non può essere considerata un luogo sicuro di sbarco. Come per la Libia, le autorità tunisine non possono quindi essere considerate un interlocutore nelle attività di soccorso.” Infine si è espressa anche Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans: “Si tratta di una decisione estremamente importante, poiché sono in gioco i diritti umani delle persone in movimento. La sospensione del trasferimento delle motovedette consente all’autorità giudiziaria di valutare la legittimità dell’atto prima che possa produrre effetti dannosi. Alla luce della documentazione depositata, riteniamo la Tunisia un porto non sicuro.”

L’udienza in Camera di Consiglio è stata fissata per l’11 luglio, quando il Consiglio di Stato valuterà ulteriormente la questione. Nel frattempo, il trasferimento delle motovedette rimarrà sospeso, garantendo che non avvengano azioni che potrebbero potenzialmente violare i diritti umani dei migranti. Questa sospensione temporanea offre un’opportunità cruciale per riconsiderare le implicazioni delle politiche migratorie attuali e la necessità di conformarsi agli standard internazionali di tutela dei diritti umani.

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