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Sospeso Schengen, per gli immigrati non cambia nulla

Le misure di sicurezza previste per il G8 ripristineranno solo i controlli alla frontiera. Chi ha il permesso valido potrà spostarsi senza problemi

ROMA – 16 giugno 2009 – Dall’8 al 10 luglio a l’Aquila si riuniranno i capi di stato e di governo del G8, un evento che alzerà inevitabilmente il livello di attenzione sulla sicurezza. Per questo motivo, l’Italia ha deciso di sospendere dal 28 giugno al 15 luglio il trattato di Schengen sulla libera circolazione.

Cosa cambia per gli immigrati? Poco e niente. Chi oggi ha diritto a spostarsi tra i paesi Schengen (Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria) potrà continuare a farlo anche  durante quel periodo, ma dovrà solo tirare fuori più spesso i documenti.

Il trattato di Schengen prevede che “le frontiere interne possono essere attraversate in qualunque luogo senza che venga effettuato il controllo delle persone”. Ma c’è un’eccezione: “per esigenze di ordine pubblico o di sicurezza nazionale” un Paese aderente può “ decidere che, per un periodo limitato, alle frontiere interne siano effettuati controlli di frontiera nazionali adeguati alla situazione”.

Tutto qui. Non si chiudono le frontiere, come sintetizza in maniera errata qualcuno, ma si ripristinano solo i controlli, e chi ha le carte in regola passa senza problemi.

I cittadini stranieri titolari di una carta di soggiorno o di un permesso di soggiorno in corso di validità, tranne i richiedenti asilo, possono uscire dall’Italia e muoversi liberamente all’interno dello spazio Schengen al massimo per tre mesi. Non servono visti, devono solo ricordarsi di portare con sé il passaporto e il permesso.

Non ha invece questa possibilità chi è in attesa del rinnovo del permesso, che può viaggiare  tra l’Italia e il suo Paese d’origine, ma senza tappe nell’area Schengen. Un problema tutto italiano, particolarmente sentito a causa della lentezza dei rinnovi, che però con il G8 e con la sospensione di Schengen non ha niente a che fare.

Elvio Pasca

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