Washington, 19 aprile 2013 – Daayiee Abdullah, il primo imam musulmano dichiaratamente gay di cui si abbia notizia, e' riuscito a stupire perfino i suoi seguaci, rendendo pubblica la sua "disponibilita'" a celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso.
E' accaduto in occasione di un incontro a Washington, organizzato per la proiezione del documentario "Sono gay e musulmano". "Ritengo che siamo all'inizio di un movimento per un Islam piu' inclusivo in America", ha detto Abdullah parlando a una platea composta in gran parte di giovani attivisti per i diritti dei gay. Alcuni dei giovani musulmani tra il pubblico non hanno nascosto la loro sorpresa per una presa di posizione ritenuta assolutamente impensabile. Mentre sempre piu' stati procedono nella legalizzazione delle unioni gay, l'omosessualita' rimane infatti un argomento tabu' all'interno di molte comunita' di immigrati negli Stati Uniti. In molti Paesi d'origine, come l'Arabia Saudita o il Sudan, l'omosessualita' puo' essere punita perfino con la morte.
Molti gay americani di fede islamica che a Washington vivono in maniera abbastanza aperta il loro orientamento sessuale, quando si tratta di affrontare l'argomento del matrimonio, rimangono perplessi. Soprattutto, di fronte alla prospettiva di dover comunicare la notizia ai parenti, che nei Paesi d'origine potrebbero diventare oggetto di rappresaglie o perfino finire in carcere, se la cosa diventasse di pubblico dominio.
L'imam Abdullah, un afroamericano convertito all'Islam che guida la moschea progressista Luce della Riforma di Washington, lo sa bene e per questo assicura la massima discrezione. In silenzio, aiuta le coppie di musulmani gay a sposarsi, dando loro consigli e mantenendo un basso profilo per le cerimonie. Non solo, in epoca di social network, Abdullah chiede che sui matrimoni venga mantenuto il silenzio, invitando le coppie e i loro amici a evitare di postare notizie e immagini su Facebook, Twitter e gli altri social media.