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Stati Uniti: spese record per il controllo di frontiere e immigrati

Battaglia tra Obama e repubblicani su regolarizzazione

New York, 9 gennaio 2013 – L'amministrazione Obama ha speso quasi 18 miliardi di dollari nel 2012 per le agenzie che si occupano di immigrazione, una cifra molto più alta di quella impiegata dalle altre maggiori agenzie federali, secondo un rapporto pubblicato dal Migration Policy Institute, un centro di ricerca indipendente di Washington, di cui parla il New York Times.

 Il controllo dell'immigrazione, basato sulle ampie risorse destinate al controllo delle frontiere, e alla detenzione e al rimpatrio degli immigrati clandestini, è diventato "la priorità del governo federale", secondo il rapporto. Le due agenzie federali che si occupano di immigrazione, sotto il dipartimento della Sicurezza nazionale, hanno portato in tribunale più casi di tutte le agenzie del dipartimento della Giustizia messe insieme, comprese Fbi, Dea (Drug Enforcement Administration) e Atf (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives). Le spese complessive di queste agenzie sono state all'incirca di 14 miliardi di dollari.

Il rapporto, lungo 182 pagine, sembra andare incontro a Barack Obama, nella sua lunga battaglia contro i repubblicani sull'immigrazione. Il presidente vuole regolarizzare un vasto numero di immigrati illegali, ma durante il primo mandato non è stato in grado di far approvare il Dream Act; solo con un ordine esecutivo ha aggirato in parte l'ostacolo, concedendo un permesso di soggiorno e lavoro ai giovani che hanno studiato negli Stati Uniti e non hanno precedenti penali.

I repubblicani, per dare l'assenso a provvedimenti che regolarizzino milioni di immigrati, vogliono il rafforzamento delle leggi e dei controlli. E i dati sembrano già accontentarli, visto che nel 2012, per esempio, è stato registrato il record di rimpatri in un anno, con 410.000 clandestini espulsi dagli Stati Uniti.

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