Firmato protocollo d’intesa con i pediatri volto a contrastare la pratica fuori dalle strutture medico-ospedaliere
Roma – 18 settembre 2008 – Mai più circoncisioni clandestine in Italia. È stato firmato oggi un protocollo d’intesa tra il Ministero del Welfare e la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp). Il protocollo arriva dopo i gravi fatti avvenuti a seguito di circoncisioni rituali praticate al di fuori di strutture sanitarie. Il 5 giugno 2008 un bimbo nigeriano di due mesi è morto a Treviso, il 22 luglio è accaduto a Bari a un altro bimbo nigeriano sempre di due mesi mentre in Friuli, lo scorso 30 agosto è finita bene per un bimbo di soli 15 giorni.
A firmare il protocollo sono stati il sottosegretario Francesca Martini e il presidente Fimp Giuseppe Mele. ”Questo documento – ha detto Martini – è dedicato alla memoria dei bambini morti lo scorso giugno e lo scorso luglio. Nel momento in cui la circoncisione non è una pratica vietata nel nostro Paese deve necessariamente avvenire in ambito medico”.
Gli ottomila pediatri della Federazione saranno quindi impegnati, tra l’altro, secondo il protocollo, a informare la famiglia sulle complicanze chirurgiche dell’intervento e sconsigliare il ricorso a pratiche fuori dall’ambiente sanitario. L’accordo prevede un monitoraggio del fenomeno attraverso una adeguata informazione da svolgersi nei punti nascita, negli ambulatori dei pediatri e in ogni altra struttura interessata con la promozione di campagne di comunicazione e di consulenza alle famiglie che manifestano una propensione per l’intervento.
”Il Protocollo deve comunicare un principio di civiltà alle famiglie immigrate”, ha detto Martini secondo la quale i pediatri dovranno anche ”orientare le scelte nel rispetto della volontà della famiglia”. Il sottosegretario alla Salute ha anche fatto notare che le circoncisioni a fini rituali ”non sono includibili nei livelli essenziali di assistenza ma sono offerte a livello di servizio sanitario nazionale a carico dell’assistito’. Ma le Regioni ”nella loro autonomia organizzativa, possono decidere se offrire questo servizio”.
Alcune, come Friuli Venezia Giulia, Liguria e Toscana, hanno sviluppato progetti per garantire un certo numero di questi interventi. Il costo di un intervento ”regolare” è intorno ai 150 euro. In Italia sono tra i 100 e i 150 mila i bambini islamici. Numeri che danno il senso di un ”fenomeno ampio”, ha riferito Milena Lo Giudice, responsabile nazionale della Federazione italiana medici pediatri per la bioetica.
Parla di ”fenomeno serio” anche il presidente della Federazione dei pediatri, Mele, secondo il quale ”c’e la volontà di monitorare la situazione” e di lavorare ”per ridurre il fenomeno”. E nel prossimo contratto nazionale, ha annunciato Mele, il Protocollo ”sarà introdotto nei nostri compiti e funzioni”. Il protocollo è affiancato da una brochure multilingue che verrà distribuita in tutta Italia per informare sulla circoncisione clandestina e le mutilazioni genitali.