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Strage di Firenze. “Cittadinanza ai senegalesi feriti”

Appello per Sougou Mor, Mbengue Cheike e Moustapha Dieng. Diaw: "Sarebbe un atto concreto di riconciliazione”

Roma – 13 dicembre 2012 – Il 13 dicembre 2011 in Piazza Dalmazia a Firenze furono assassinati Modou Samb e Mor Diop; furono feriti in modo grave Sougou Mor, Mbengue Cheike e Moustapha Dieng. Quest’ultimo non potrà più essere autosufficiente a causa delle ferite subite.

Pape Diaw, Presidente dell’Associazione dei Senegalesi di Firenze, chiede a nome della sua Associazione la cittadinanza italiana per i tre feriti gravemente: Moustapha Dieng, 34 anni, Sougou Mor, 32 anni, e Mbengue Cheike, 42 anni. Per questo ha lanciato una petizione indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.La petizione è raggiungibile all’indirizzo: https://www.change.org/cittadinanza-senegalesi

“Al gesto, frutto orrendo di un clima diffuso di intolleranza e di ostilità nei confronti dei migranti, dodici mesi dopo, non ha fatto seguito un grande cambiamento. Non vi è stata quella reazione corale che avrebbe dovuto mobilitare tutte le energie e le risorse positive, tutte le forze culturali, sociali, politiche che hanno come baricentro la Costituzione” – ha detto Pape Diaw.

Diaw ha aggiunto: “Ad un anno di distanza vogliamo con questa petizione fare una proposta che dia il via ad un clima diverso – di apertura, di accoglienza, di solidarietà – degni di una città ed un Paese civili, in cui non siano più possibili atti come quelli di un anno fa. Firenze si è dimostrata molto solidale con noi. Quanto è accaduto un anno fa è frutto di una cultura, di una ideologia violenta e razzista alla quale la maggior parte degli italiani è estranea: riconoscere ai tre senegalesi feriti la cittadinanza italiana, sarebbe la dimostrazione di questo e un atto concreto di riconciliazione.”

Moustapha Dieng è ancora dipendente da macchinari in ospedale: la pallottola gli ha lesionato il midollo spinale e non può più camminare. È tetraplegico, la trachea è stata compromessa e poi trapiantata, ma non riesce ancora ad emettere suoni. Anche gran parte delle mani è stata compromessa.

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