Procedure semplificate, libertà di circolazione, possibilità di lavorare anche per i familiari… L’Europarlamento approva una direttiva che dovrà essere recepita anche dall’Italia
Roma – 12 maggio 2016 – L’Europa vuole attrarre cervelli. Per studenti e ricercatori stranieri diventerà più semplice e conveniente venire nell’Ue, spostarsi tra i Paesi membri e fermarsi a lavorare qui, anche insieme alle loro famiglie. Saranno inoltre chiarite e migliorate le condizioni di tirocinanti, volontari, alunni e ragazzi alla pari non-UE.
Sono le promesse di una direttiva approvata ieri dal Parlamento Europeo e che anche l’Italia dovrè recepire entro due anni dall’entrata in vigore. Il testo unifica due direttive già esistenti (su studenti e ricercatori) e, come spiega una nota di Strasburgo garantisce che:
– studenti e ricercatori possano soggiornare nell’UE per almeno nove mesi dopo aver terminato i propri studi o ricerche per cercare un lavoro o di dare vita a un’attività. In tal modo, anche l’Europa potrebbe beneficiare delle loro competenze;
– studenti e ricercatori possano muoversi più facilmente all’interno dell’Unione europea durante il loro soggiorno. In futuro, non sarà infatti più necessario presentare una nuova domanda di visto al momento del trasferimento, ma basterà semplicemente notificare lo Stato membro verso il quale ci si sta spostando, ad esempio per uno scambio culturale di sei mesi. I ricercatori potranno inoltre spostarsi per periodi più lunghi rispetto a quelli attualmente consentiti;
– i ricercatori abbiano il diritto di portare i loro familiari con loro e, a loro volta, i membri della famiglia potranno lavorare durante il soggiorno nell’UE;
– agli studenti sia riconosciuto il diritto di lavorare almeno 15 ore a settimana.
La nuova direttiva prevede anche condizioni di ingresso uniformi e una protezione più efficace per i tirocinanti e i volontari che operano nell’ambito del programma di volontariato europeo. Disposizioni facoltative sono inoltre previste per altri volontari, alunni e ragazzi “au pair” non comunitari, che potranno per la prima volta fare affidamento su una legge europea.
“Sono soddisfatta del riconoscimento, da parte dell’UE, del valore di attrarre persone altamente qualificate per permettere loro di venire qui e invogliarli a rimanere con la creazione di un sistema europeo armonizzato applicabile in tutti gli Stati membri”, ha sottolineato la relatrice Cecilia Wikström (ALDE, SE). “Senza dubbio le università europee saranno in grado di rafforzare la loro competitività sulla scena globale e diventare più attraenti che mai per le persone ambiziose e altamente qualificate provenienti da altri Paesi, grazie al miglioramento significativo delle condizioni”.
Stranieriinitalia.it