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Studenti stranieri, sì a qualunque lavoro

Anche occasionale, basta non superare le 1040 ore.  Il chiarimento dai ministeri del Lavoro e dell’Interno

Roma – 3 febbraio 2009 – Per pagarsi le tasse universitarie, sbarcare il lunario o anche solo concedersi qualche divertimento in più, gli studenti stranieri in Italia possono fare qualunque tipo di lavoro, anche occasionale. 

Fare i baby sitter? Partecipare a una vendemmia? Darsi al volantinaggio? Va bene tutto, l’importante è non essere impegnati per più di 1040 ore l’anno, altrimenti bisogna convertire il permesso di soggiorno.

A ribadirlo è una circolare inviata venerdì scorso dal Viminale a tutte le Prefetture.

Tutto nasce da un quesito dell’Inps al ministero del Lavoro sulla “possibilità per gli studenti extracomunitari di svolgere prestazioni di lavoro occasionale”. Il ministero ha risposto che “le limitazioni per l’ esercizio di un’attività lavorativa da parte di chi dispone di un permesso di soggiorno per studio e formazione”, disciplinate dalla legge sull’immigrazione, devono “intendersi riferite a qualsiasi tipologia lavorativa”.

Pertanto, ricorda il Viminale, “ai cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno per studio o formazione, è consentito lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, rispettando però l’orario massimo di 20 ore settimanali, anche cumulabili per cinquanta due settimane fino al limite massimo di 1040 ore annuali”, che sono poi paletti imposti dalla legge sull’immigrazione.

Se però si vuole lavorare per più tempo, il permesso per studio non va più bene. “Per prestazioni lavorative superiori – spiega infatti la circolare – è necessario convertire il permesso di soggiorno per studio in permesso di soggiorno per lavoro (autonomo o subordinato)”.

Scarica la circolare

Elvio Pasca

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