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Sui flussi Maroni sbaglia i conti

"C’è una riduzione delle richieste". Ma il ministro calcola solo le conferme dei datori stranieri

Roma – 14 gennaio 2009 – Per corroborare la richiesta leghista di fermare i flussi d’ingresso, ieri a palazzo Madama il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha tirato fuori dal cilindro alcuni dati sugli ultimi flussi d’ingresso.

“Le conferme pervenute sono solo 127.000, quindi 13.000 in meno rispetto al tetto dei 150.000, a dimostrazione che c’e’ una riduzione della richiesta. Si era detto che 150.000 erano troppo pochi…” ha detto Maroni.

E, ancora: “Erano state 700.000 le domande presentate, – ha ribadito il titolare del Viminale – adesso ne sono state confermate solo 127.000. Il problema era e rimane quello di una crisi che determina la perdita di lavoro, in primo luogo di cittadini extracomunitari".

I conti, però non tornano.

Vero che le conferme online per i flussi 2008 sono state 127mila, ma Maroni dimentica che queste rappresentano solo una piccola fetta dei datori interessati all’assunzione, e cioè i cittadini stranieri con in tasca la carta di soggiorno. Quelli senza carta erano esclusi dalla possibilità di far ripescare la loro domanda,  mentre i datori italiani non erano tenuti a dare nessuna conferma.

A leggere bene i dati, 127mila conferme sono quindi tantissime, perché a queste si sommano altre centinaia di migliaia di richieste di datori italiani tanto che anche stavolta il decreto flussi lascerà molti a bocca asciutta.

Infine, non si può dimenticare che per i flussi 2008 non si potevano presentare nuove domande di assunzione. Quindi, a  rigore di logica, è impossibile valutare se e come la domanda di lavoratori stranieri da parte di famiglie e imprese ha subito variazioni con la crisi economica.

Se ha sbagliato in buona fede, Maroni dovrebbe rifare i calcoli. E intanto qualcuno avvisi la povera Isabella Bertolini, che a quelle cifre è andata dietro. 

”Avevamo ben compreso, a differenza della sinistra, che la crisi economica sta portando migliaia di lavoratori italiani e stranieri regolari a rischiare di perdere il proprio posto di lavoro. Non era perciò possibile continuare a fare arrivare altri immigrati in cerca di una occupazione che nessuno potrà garantire” dichiarava ieri trionfante la deputata del Pdl.

“Era chiaro a tutti – concludeva Bertolini – che la decisione di ridurre la quota flussi era di assoluto buon senso e che contestarla era da irresponsabili. Oggi i dati smentiscono la sinistra parolaia delle porte spalancate a tutti”. Quali dati?

Elvio Pasca

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