Cgil e Inca chiedono il rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea. Lettera ai ministri Alfano e Padoan
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Roma – 2 ottobre 2015 – Il contributo per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno, da 80 a 200 euro a carico degli immigrati, è spropositato, ingiustificato e d’ostacolo all’integrazione. L’Ue l’ha detto un mese fa, è tempo che il governo lo cancelli.
A chiederlo sono Cgil e Inca (che intanto stanno raccogliendo le domande di risarcimento degli immigrati), in una lettera inviata stamattina al Ministro dell’Interno Angelino Alfano e al Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
La segretaria confederale Vera Lamonica e la presidente del Patronato Morena Piccinini ricordano ai due ministri che “nel 2012 CGIL e Patronato INCA hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio, impugnando il decreto 304/2011 e chiedendone l’annullamento”, e che “il Tribunale Amministrativo ha ritenuto necessario un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea”.
Quest’ultima il 2 settembre scorso, in una “importante sentenza“, “ha definito il contributo aggiuntivo da 80 a 200 euro, che dal 2012 è richiesto in Italia per il rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, sproporzionato e di ostacolo alle finalità di integrazione e accesso ai diritti da parte dei cittadini stranieri previste dalle norme europee”.
“Ora – si spiega nella lettera – la questione tornerà al Tar del Lazio, il quale si dovrà pronunciare in materia. Appare evidente – sottolineano Cgil e Inca – che comunque la sentenza sarà condizionante per il giudizio del Tribunale Amministrativo e pertanto l’importo del contributo dovrebbe essere comunque rivisto in quanto ora privo delle necessarie basi giuridiche”.
“Riteniamo auspicabile – concludono Lamonica e Piccinini – che il Governo intervenga con immediati provvedimenti di modifica della norma, abrogando il Decreto ed eliminando gli importi dovuti dai cittadini stranieri a titolo di ulteriore contributo”.
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