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Tassa sui permessi di soggiorno, “Ora gli immigrati vanno risarciti”

Intervista al prof. Vittorio Angiolini, uno degli avvocati che ha curato il ricorso: “Il contributo non si paga più, Poste non può chiederlo. Incivile addebitare ai regolari i costi dei rimpatri”

 

 

Roma – 26 maggio 2016 – Il contributo per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno? “La sentenza del Tar è chiarissima,  è annullato perchè illegittimo. Le norme italiane che lo prevedevano erano in contrasto con le norme europee. Vuol dire che gli immigrati, già oggi, non lo devono più pagare e possono chiedere indietro quanto versato ingiustamente finora”.

Il professor Vittorio Angiolini, docente di diritto costituzionale alla Statale di Milano, è uno degli avvocati che ha curato davanti al Tar e alla Corte di Giustizia Europea il ricorso di Inca e Cgil contro il balzello da 80, 100 o 200 euro imposto dal 2012 agli immigrati.  “Il ricorso è stato accolto, non c’è da discutere,  non c’è spazio per altre interpretazioni. Quel contributo non è più dovuto” ribadisce a Stranieriinitalia.it. 

Tra gli immigrati c’è incredulità, e non solo perché la notizia pare troppo bella per essere vera . “Abbiamo rinnovato il permesso oggi e abbiamo pagato la tassa di 100 euro” ci segnala un lettore. L’ufficio postale dove ha presentato la domanda, gli ha chiesto comunque la ricevuta del versamento. È normale? C’è bisogno di ulteriori passaggi prima che la sentenza diventi operativa? 

“No. Anche Poste Italiane si deve immediatamente adeguare alla decisione del giudice, non può più chiedere il versamento. Tra l’altro, al di là della sentenza, l’azienda è comunque tenuta ad assicurare il servizio di raccolta delle domande, per il quale si fa pagare profumatamente”.

Gli immigrati d’ora in poi risparmieranno, ma che ne sarà dei soldi che hanno versato finora?

“Lo Stato dovrebbe restituirli tutti. Chi ha pagato a causa di una legge illegittima ha diritto a essere rimborsato e risarcito. Il governo probabilmente confida nel fatto che non tutti faranno causa per far valere questo diritto, perché fare causa ha dei costi”. 

Come sono stati spesi quei soldi? Per migliorare la gestione dei permessi di soggiorno?

“In buona parte sono stati spesi per finanziare i rimpatri e la tutela dell’ ordine pubblico. Insomma hanno addebitato agli immigrati regolari, solo in quanto cittadini stranieri, i costi di irregolari e criminalità. Questo è assurdo, discriminatorio, incivile”. 

Il governo potrebbe fare una nuova norma per reintrodurre il contributo sui permessi di soggiorno? Che spazi di manovra ha dopo la sentenza? 

“Gli spazi sono molto stretti e sono indicati nella sentenza della Corte di Giustizia Europea, secondo la quale per il permesso di soggiorno si può esigere un contributo, ma deve essere paragonabile a quello chiesto per le carte di identità”.  Oggi la carta di identità costa 5,42 euro. 

Elvio Pasca

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