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Tassa sui permessi, Inca-Cgil: “Ora lo Stato rimborsi tutti gli immigrati”

La soddisfazione di Inca e Cgil per la sentenza del tribunale di Napoli. “Somme incassate ingiustamente, vanno restituite senza dover ricorrere ancora ai Tribunali”

 

 

Roma – 21 febbraio 2016 –  Inca e Cgil sono ovviamente soddisfatte per la sentenza del tribunale di Napoli che restituisce a una famiglia di immigrati i soldi versati per la tassa sui permessi di soggiorno. Ora però chiedono al governo di muoversi e restituire i soldi anche a tutti gli altri cittadini stranieri che in questi anni hanno pagato quella tassa illegittima, senza costringerli a rivolgersi a un tribunale. 

“Quella emessa dalla Prima Sezione Civile del Tribunale di Napoli è la prima sentenza su un ricorso promosso dal nostro patronato e dalla Cgil  – spiega Claudio Piccinini, coordinatore degli uffici immigrazione dell’Inca -, che ha eseguito coerentemente l’orientamento già espresso  dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato, i quali avevano dichiarato nulla la norma, introdotta con decreto del 6 ottobre 2011, che imponeva una sovrattassa tra gli ottanta e i 200 euro per il rinnovo e il rilascio dei titoli di soggiorno”.

Il Patronato della Cgil, che sin dall’introduzione (gennaio 2012) dell’ulteriore contributo si è opposto con ricorsi  legali a livello nazionale giudicandolo “discriminatorio e ingiusto”,  esprime “soddisfazione nel constatare che la lunga e risolutiva vicenda della illegittimità dell’Ulteriore Contributo sui Permessi di Soggiorno, oggi vede riconosciuto il diritto al rimborso delle cifre versate”.

“Nel corso degli oltre quattro anni di battaglie legali lo Stato abbia incassato cifre tutt’altro che irrisorie: da gennaio 2012 all’Ottobre 2016, migliaia di stranieri sono stati costretti a versare, a più riprese, somme importanti per le loro economie familiari. Somme che devono essere restituite in quanto non dovute, stante l’annullamento delle norme che ne giustificavano il prelievo” si legge una nota. 

Forti di questo primo pronunciamento, Cgil e Inca avvertono che insisteranno ancora affinché  lo Stato provveda ad estendere a tutti gli stranieri il diritto al rimborso. “L’auspicio – affermano – è che ciò avvenga nel rispetto delle sentenze già emesse e senza dover ricorrere ancora ai Tribunali, perché questo rappresenterebbe un costo non soltanto per gli stranieri, ma per la collettività”. 

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