Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

Tassa sulle rimesse. Dietrofront del governo: “È inutile e dannosa”

La bozza del decreto sviluppo abroga il balzello del 2% imposto ai trasferimenti di denaro dei clandestini. È contrario agli impegni internazionali e discriminatorio, e fa guadagnare meno di quanto costa. Sconfessata la Lega Nord

 

Roma –  25 ottobre 2011 – Il governo ha scoperto l’acqua calda. La tassa sulle rimesse dei clandestini è inutile e controproducente, quindi va eliminata.

È tutto nero su bianco nell’ultima bozza del decreto legge sullo sviluppo, nella quale è scomparsa la norma sui permessi di soggiorno, ma è spuntato un colpo di spugna di due righe: “Il comma 35 octies dell’ articolo 2 del decreto legge 13 agosto 2011. N. 138. convertito in legge, con modificazioni, dall’art. I. comma l della Legge 14 settembre 2011, n. 148. è abrogato”. Il tutto accompagnato da una dettagliata relazione che svela, ai pochi che non se ne fossero ancora accorti, tutti i limiti del balzello voluto dalla Lega Nord.

Innanzitutto, fanno notare gli esperti che hanno preparato il decreto sviluppo, una nuova tassa sulle rimesse sconfessa gli impegni presi dall’Italia. Nel 2009, al G8 dell’Aquila, il governo guidato da Silvio Berlusconi  promise infatti di abbassare i costi delle rimesse, che sono una leva importante per lo sviluppo dei Paesi più poveri.

Sempre al 2009 risale la norma del pacchetto sicurezza (creatura del leghista Roberto Maroni) che impone a chi trasferisce denaro all’estero di mostrare il permesso di soggiorno.  Già questo, si legge nella relazione, “vanifica ogni effetto in termini di maggiori entrate per lo Stato”. Inoltre, le restrizioni aumentano “il ricorso a forme e strumenti informaIi, privi di controllo e tracciabilità”.

Che dire poi degli effetti su chi non ha nulla da nascondere? È una bella scocciatura dover mostrare a ogni invio matricola INPS e codice fiscale, inoltre gli operatori di money transfer devono sostenere nuovi costi per modulistica, informativa e formazione del personale, che verranno probabilmente scaricati su tutti i clienti.

Gli esperti ricordano anche che la nuova tassa incoraggerà  il ricorso a “prestanome”, persone con i documenti  in regola che spediscono il denaro dei clandestini, “con conseguenze negative in termini di controlli antiriciclaggio e antiterrorismo”. Inoltre non favorisce la concorrenza nel money transfer, dal momento che aumenta i costi e quindi “innalza la soglia di ingresso di nuovi soggetti” sul mercato.

Secondo le prime stime, quel 2% sulle rimesse dei clandestini porterebbe nelle casse dello Stato al massimo 20milioni di euro l’anno, un guadagno giudicato “irrisorio”, che non giustifica i costi imposti al sistema per gli adeguamenti necessari. Troppo poco, soprattutto, per quella che anche agli esperti pare una “discriminazione senza  fondamento economico o giuridico”, che colpisce “i soggetti maggiormente vulnerabili e esposti a situazioni di sfruttamento”.

Elvio Pasca

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version