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Tequila Party per i Latinos d’America

Il nuovo movimento vuole influenzare Democratici e Repubblicani portando alle urne in massa la numerosissima comunità di origini ispaniche. In cima all’agenda, una riforma dell’immigrazione

 

Roma – 19 luglio 2011 – Meglio una tazza di tè o un bicchierino di tequila? Questione di gusti, anche politici.

Mentre la destra populista del Tea Party si scaglia contro tasse, statalismo e immigrazione, un nuovo movimento vuole difendere gli interessi dei cinquanta milioni di  latinos che vivono negli Usa, cittadini e immigrati. Il neonato National Tequila Party da qualche mese ha avviato manifestazioni, dibatti e altre iniziative per stimolare una partecipazione di massa della comunità alle elezioni del 2012.

I numeri sono enormi, se si considera che negli ultimi dieci anni la popolazione di origine ispanica è cresciuta di oltre il 40% e che ormai conta venti milioni di elettori. Il loro voto è stato ad esempio fondamentale per l’arrivo di Obama alla casa Bianca, ma il Tequila Party ci tiene a definirsi apartitico e punta a influenzare i Democratici così come i Repubblicani.

I temi principali in agenda sono l’economia, il lavoro, l’istruzione e, naturalmente, l’immigrazione. Il movimento invoca la riforma promessa da Obama, maxisanatoria compresa, chiede di fermare le deportazioni e difende il Dream Act, la legge arenata al Congresso che darebbe una chance di regolarizzazione alle seconde generazioni.

Al tè degli ultraconservatori, i latinos preferiscono l’allegra carica alcolica della tequila. “La nostra cultura ama lo humour, non siamo puritani” ha spiegato il portavoce Augustin Garcia. “Ci saremmo potuti chiamare anche ‘Café con Leche Party’. Bisogna ridere, non c’è logica nel razzismo”.

Elvio Pasca

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