Roma – 28 febbraio 2013 – Il test di italiano per chi prende la carta di soggiorno va riscritto, anche coinvolgendo chi insegna ogni giorno la nostra lingua agli immigrati. E bisogna stanziare più fondi per i corsi gratuiti.
È il contenuto di una risoluzione approvata ieri a maggioranza (favorevoli Pd, FdS e Sel-Verdi, contrari Pdl e Lega nord) dal consiglio regionale dell’Emila Romagna. Il testo impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, “una revisione del decreto che ha introdotto la conoscenza della lingua italiana, accertata tramite esame, tra i requisiti necessari agli immigrati per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno lungo della durata di 5 anni”.
Il Governo dovrebbe anche adoprarsi “affinché tutti gli attori sociali, a partire dalle istituzioni formative e dagli insegnanti dei Centri territoriali permanenti, a cui è affidato lo svolgimento delle prove per la conoscenza dell’italiano, vengano coinvolti in un percorso che porti alla revisione delle modalità di espletamento delle prove stesse”. Altra richiesta: che vengano ripristinate e potenziate le risorse per la formazione tagliate ai CTP, che tra le altre cose offrono corsi di italiano gratuiti agli immigrati.
Giuseppe Pagani (Pd), primo firmatario della risoluzione, ha segnalato l’importanza di questo tema, auspicando risposte adeguate dal Governo. Manes Bernardini (Lega nord) ha sostenuto invece che ci sono “mille motivi contrari” a questo documento, “perché la vera integrazione deve essere calibrata su vari aspetti e non solo sulla conoscenza della lingua, come presupporrebbe il testo in esame”.