Il volontariato: "Serve un fondo nazionale". Il Pd: "Agli immigrati molti doveri, pochi diritti"
A distanza di pochi giorni non si sono ancora placate le polemiche sulle modalità e i fondi messi a disposizione dal governo.
Secondo Francesco Florenzano, presidente di Unieda (Unione italiana di educazione degli adulti) “Ancora una volta l’Italia si distingue in negativo, perché si pretende di valutare con il solito metodo di approssimazione e burocratismo”
“I corsi vengono negati, così come viene negata l’azione di migliaia di volontari e associazione di volontariato – prosegue il presidente di Unieda -” L’unica soluzione è quella di istituire un fondo nazionale per sostenere associazione di volontariato che da anni si impegnano nei progetti d’integrazione.”
Alla protesta delle associazioni si aggiunge anche il Pd attraverso il senatore Di Giovan Paolo che accusa: ”Il governo chiede agli immigrati molti doveri e offre pochi diritti, il test senza corsi è solo uno dei casi. Per essere davvero un paese europeo – prosegue segretario della Commissione Affari Europei del Pd- dovremmo garantire piena possibilità d’integrazione, concedendo lo ius soli e il voto alle amministrative per chi è da tempo residente e paga le tasse”.
Dello stesso avviso anche L’Italia dei Valori che attraverso Orlando e Pedica denunciano: “L’anomalia di questa procedura è quella di istituire una prova della conoscenza della lingua, senza aver prima previsto e progettato un piano articolato per il suo insegnamento”.
Secondo il capogruppo Idv in commissione Esteri “Questa prassi non fa che denunciare un governo che, oltre alle politiche di respingimento adottate nei riguardi degli immigrati, non investe per quel che riguarda l’inclusione e la regolarizzazione di chi ha le carte in regola per ottenere il permesso di soggiorno”.
“Per L’Italia dei Valori – conclude Pedica – l’unica soluzione percorribile è quella di affidarsi all’iniziativa gratuita dei singoli Comuni per garantire una formazione necessaria al supermento del test.”
Marco Iorio