Roma – 7 gennaio 2013 – Cori e striscioni razzisti durante le partite di calcio "sono episodi esecrabili e occorre reagire nella maniera piu' decisa" contro i responsabili. Deve essere l'arbitro a decidere se la partita va fermata, solo quando questi comportamenti sono generalizzati, altrimenti meglio proseguire individuando e punendo i pochi colpevoli.
È la linea del ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, intervenuta oggi alla trasmissione radiofonica di Radio 24 'Nove in punto'.
"Nei prossimi giorni ci sara' un incontro tra la Lega Calcio e il Capo della Polizia, ma la direttiva e' quella di essere molto duri. Occorre pero' – ha spiegato Cancellieri – una ferma presa di posizione da parte dell'arbitro che deve individuare al momento il tipo di manifestazione che accade, se fossero un numero determinato di persone occorre agire su quelle persone ma non arrivare a sospendere la partita perche' questo potrebbe creare dei problemi di ordine pubblico molto seri".
"La sospensione della partita – ha chiarito il ministro – deve essere uno strumento usato con molta fermezza, con alto rigore la' dove ci sono le condizioni anche per evitare che venga utilizzato questo strumento magari per vincere a tavolino. Occorre, cioe', colpire, individuare chi fa questi cori razzisti allontanandoli, essere molto duri con provvedimenti disciplinari nei loro confronti. E' chiaro, invece, che se poi c'e' una reazione razzista da una parte importante del pubblico allora la partita va sospesa. Ma dovra' farlo chi ha la responsabilita' dell'ordine pubblico che sa come defluire il pubblico tenendo conto degli eventuali problemi di ordine pubblico da affrontare".
Il gesto iniziale deve quindi arrivare dall'arbitro "che deve dare un segnale. Interromperla cosi' (come e' avvenuto nella partita tra il Milan- Pro Patria) e' stato un bel gesto che ha richiamato l'attenzione a questo fenomeno grave ma deve rimanere un gesto isolato".
"Dobbiamo invece porre una strategia molto seria e complessa perche' non dobbiamo affidare gli andamenti della partita a poche persone che magari lo fanno apposta. Dobbiamo invece evitare ogni forma di strumentalizzazione di fenomeni che vanno colpiti. Chi si rende responsabile di questa attivita' va allontanato esattamente con la stessa durezza dei violenti, quindi con i Daspo e con tutti i provvedimenti previsti". Ma, sottolinea il ministro, "non dimentichiamo che anche il comportanebto dei giocatori dovra' essere educativo come tutti quelli che hanno a che fare con il calcio, che abbiano presente che hanno a che fare con lo sport e non con un luogo di rissa".