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Torino. Danze e taranta contro il Cie

Manifestazione davanti al centro di espulsione. "È un carcere"

Roma – 12 luglio 2010 –Danze in cerchio al suono della taranta salentina sotto il muro protetto da telecamere e griglie di metallo. Questa la singolare iniziativa con cui il movimento antirazzista di Torino ha protestato sabato pomeriggio contro il centro d’identificazione ed espulsione (Cie) con lo scopo di farsi sentire da chi è recluso e a cui dall’esterno arriva solo il rumore del traffico.

L’iniziativa, organizzata dal coordinamento 10 luglio antirazzista, di cui fanno parte centri sociali, sindacati di base, gruppi per i diritti degli omosessuali e anche Emergency, ha portato in piazza circa duemila persone, che si sono mosse in corteo da piazza Sabotino, fino a corso Brunelleschi, dove sorge il Cie.

"Vogliamo attirare l’attenzione – spiega Maurizio, del coordinamento – su questo luogo, per far vedere che di fatto e’ un carcere. Anzi e’ un po’ peggio del carcere, perche’ ci sono meno certezze. E ci finisce non chi ha compiuto un crimine, ma semplicemente chi non ha i documenti". Fortunatamente – prosegue – mentre dentro si susseguono proteste e scioperi della fame, c’e’ ancora chi solidarizza con gli oppressi e cerca di diffondere una cultura e una pratica ispirata ai principi di solidarietà e uguaglianza".

Per comunicare con gli immigrati all’interno del carcere, i manifestanti hanno organizzato un sistema di posta aerea, lanciando alcune decine di palline da tennis oltre il muro perimetrale. Dentro ogni pallina c’erano biglietti con messaggi in diverse lingue: "solidarite’ avec les immigres", "ragazzi resistete", "no estan solos". Dall’interno del Cie è arrivato qualche grido di saluto, mentre scoppiata l’acclamazione della folla quando una pallina da tennis torna indietro, con il messaggio di Thomas, un immigrato tunisino: "Grazie, siamo con voi, state sempre dalla nostra parte".

La manifestazione si è conclusa con l’invito a un appuntamento europeo per i diritti degli immigrati: il "No border camp", in programma a Bruxelles dal 25 settembre al 3 ottobre.

Marco Iorio

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