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Torna il Primo Marzo. “Cittadinanza e libera circolazione”

Tantissimi eventi su è giù per l’Italia nella quarta edizione della giornata contro il razzismo e per i diritti di tutti.  Kyenge: “Perché esiste un’unica società, un'unica cittadinanza”

Roma – 28 febbraio 2013 – Torna il Primo Marzo “contro sfruttamento e razzismo di migranti ed autoctoni, per affermare la dignità dell’essere umano, il diritto alla libera circolazione, il valore del meticciato”.

Saranno i temi al centro delle tante e variegate iniziative (qui un’agenda parziale degli appuntamenti) che si svolgeranno domani in tutta la Penisola, per la quarta edizione della mobilitazione organizzata dalla Rete Primo Marzo. Un movimento, spiegano i promotori “al quale aderiscono persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico, immigrati, discendenti di immigrati e autoctoni. Un progetto di partecipazione dalla base che intende manifestare la propria estraneità al razzismo, all'intolleranza”.

“Libera circolazione e cittadinanza: sono le parole del Primo Marzo 2013 e della grande mobilitazione generale di tutti i cittadini e le cittadine, migranti e italiani, che chiedono insieme l’estensione delle garanzie costituzionali per tutti” dice la portavoce della Rete Primo Marzo Cécile Kashetu Kyenge. “Quest’anno la nostra lotta si traduce nella richiesta di una nuova legislazione in materia di immigrazione, l’abrogazione della Bossi-Fini, la chiusura di tutti i CIE; i diritti di cittadinanza per tutti i figli di migranti nati o cresciuti in Italia e il diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti”.

“Esiste un’unica società, un'unica cittadinanza. Questa idea condivisa e trasversale – sottolinea Kyenge – ha portato nel 2010 alla creazione della nostra Rete. In quest’ottica la Rete Primo Marzo appoggia, sostiene e ha promosso, iniziative che condividono i principi della Carta Mondiale dei Migranti”.

Il colore di riferimento del Primo marzo è tradizionalmente il giallo, scelto per   la   sua   neutralità   politica   e   perché   è   considerato   il   colore   del cambiamento. Ogni piazza italiana, a seconda delle modalità scelte dai gruppi locali, sarà riempita di foulard, spille, nastri, palloncini gialli e bandiere anche per chi è costretto al lavoro in casa, come badanti o collaboratrici domestiche. Sono inoltre previsti eventi a tema, interventi di migranti e flash-mob in cui simbolicamente si taglierà un lungo nastro giallo indicando così la rottura dei confini e l’abbattimento delle frontiere. Nelle scuole s’invitano i ragazzi ad indossare indumenti gialli.

Anche per il 2013, come è già avvenuto lo scorso anno, è prevista la distribuzione di Passaporto di Cittadinanza Universale (può essere scaricato da qui) che riporta il primo e l’ultimo articolo della Carta mondiale dei migranti sulla libera circolazione delle persone sottoscritta a Gorèe il 4 febbraio 2011.

“Poiché appartiene alla Terra qualsiasi persona ha il diritto di scegliere il luogo della sua residenza, di restare laddove vive o di andare ed istallarsi liberamente e senza costrizioni in qualsiasi altra parte di questa Terra” recita quella Carta.  E i suoi sottoscrittori si impegnano a “contribuire alla scomparsa di qualsiasi sistema di sfruttamento segregazionista e all’avvento di un mondo plurale, responsabile e solidale”.

 

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