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Tragedia a Ponte Galeria: l’appello per la chiusura dei Cpr e giustizia per Ousmane Sylla

Roma, 7 febbraio 2024 – La morte di Ousmane Sylla, un giovane di ventidue anni originario della Guinea, ha scosso profondamente le coscienze e riaperto il dibattito sulla condizione dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR) in Italia. Il tragico episodio, avvenuto il 4 febbraio nel CPR di Ponte Galeria, ha sollevato indignazione e rabbia tra le organizzazioni per i diritti dei migranti, che ora si mobilitano per chiedere giustizia e la chiusura di queste strutture.

Migranti, l’appello per la chiusura dei Cpr

L’appello delle organizzazioni è chiaro e deciso: è necessario porre fine alla detenzione amministrativa nei CPR e riportare l’attenzione pubblica sulla condizione disumana in cui versano le persone recluse. Ousmane Sylla è solo l’ultimo nome in una lista di tragedie che hanno colpito coloro che si trovano all’interno di queste strutture, costrette a vivere in condizioni precarie e spesso soggette a violenze e soprusi.

Le testimonianze delle persone recluse nei CPR dipingono un quadro allarmante: privazione della libertà personale dei migranti, condizioni disumane, violenze poliziesche e privazione dei diritti fondamentali. È urgente porre fine a questa situazione e garantire il rispetto della dignità umana per tutti, indipendentemente dal loro status migratorio. La responsabilità per la morte di Ousmane Sylla e per le violenze quotidiane nei CPR ricade sull’intera filiera istituzionale che gestisce queste strutture, dal Governo alle Prefetture, fino alle Questure e agli enti gestori privati. È necessario fare chiarezza su quanto accaduto e assicurare che simili tragedie non si ripetano in futuro.

Per chiedere verità e giustizia per Ousmane Sylla e per tutte le vittime delle violenze nei CPR, le organizzazioni per i diritti dei migranti invitano alla partecipazione a un presidio sotto la Prefettura di Roma, mercoledì 7 febbraio alle 15.30 in Piazza Santi Apostoli. È un momento di mobilitazione e solidarietà, ma anche di richiesta di cambiamento e di impegno per un futuro più giusto e umano per tutti.

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