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Trasferito Don Cugusi, il prete simbolo per gli immigrati a Cagliari

L’arcivescovo attacca il prete: "Questa non è una chiesa ma una baracca". Scatta la protesta degli abitanti Roma, 19 luglio 2010 – Dopo venti anni di sforzi e dopo esser riuscito ad aprire la sua parrocchia agli immigrati, facendo celebrare le messe anche agli ortodossi, Don Mario Cugusi, prete-simbolo degli immigrati a Cagliari, è stato trasferito dall’Arcivescovo Giuseppe Mani.

Personaggio nuovo e progressista, il parroco della Marina di Cagliari, è il simbolo dell’intero quartiere che gli riconosce l’impegno e la dedizione nell’aver trasformato il rione, dal ghetto retrostante le banchine del porto quale era anni fa, a piccolo gioiello di questi giorni, con musei e chiese restaurate che ora richiamano molti turisti. Ma in particolare è il grande sforzo e impegno per la cultura che viene riconosciuto al parroco che è riuscito, negli anni, ad aprire un teatro e ad attivare un centro di ritrovo che è il punto di riferimento per centinaia di badanti. Infine è riuscito anche ad aprire le porte della sua chiesa agli ortodossi che ormai nella sua parrocchia celebrano le funzioni ed i principali riti.

La notizia del suo trasferimento è arrivata nella serata di sabato, quando ad annunciarla è stato lo stesso Arcivescovo Mani che si è affacciato sul rione alla spalle del porto di Marina e ha informato sulla discussa decisione di trasferire il parroco.

La protesta dei circa seicento abitanti del quartiere è esplosa poco dopo, alimentata dal clima reso incandescente dalle stesse dichiarazioni dell’Arcivescovo che si è rivolto ai fedeli della parrocchia sminuendo l’operato di Don Cugusi: “Questa non è una chiesa, è una baracca”. Quando poi l’alto prelato ha cercato di spegnere la polemica, tentando di far pregare la folla, i fedeli hanno risposto alimentando la protesta: «Non siamo un esercito, la chiesa siamo noi».

Marco Iorio

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