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“Troppi figli di immigrati”, la scuola in via Paravia perde un’altra classe

Anche l’anno prossimo l’istituto milanese non avrà la prima elementare: sedici dei diciotto bambini iscritti non hanno la cittadinanza italiana, anche se la maggior parte è nata e cresciuta qui. Il Comune: “Decisione da cambiare”

Roma – 18 maggio 2012 – Mariastella Gelmini ha lasciato da tempo la poltrona di ministro dell’istruzione, ma il suo tetto del 30% di alunni non italiani continua ad essere la regola nella formazione delle classi.  Succede così che, per il secondo anno consecutivo, la scuola elementare “Lombardo Radice” di via Paravia a Milano non avrà una prima.

 

Sedici dei diciotto bambini che, secondo le preiscrizioni, avrebbero voluto sedersi a settembre su quei banchi, non hanno infatti la cittadinanza italiana. Anche se dodici di loro sono nati qui e qui hanno frequentato nidi e materne, sono cioè piccoli italiani “di fatto”, secondo l’ufficio scolastico provinciale sono comunque troppi e quindi  la classe non di formerà e andranno smistati in altri istituti.

Era difficile aspettarsi una situazione diversa nelle iscrizioni, dal momento che la scuola si trova nel multietnico quartiere san Siro e che i milanesi doc non hanno raccolto l’appello del sindaco Pisapia ad iscriverci i loro figli per salvarla. La “Lombardo Radice” rischia infatti di chiudere a breve i battenti, visto che oltre che una prima, l’anno prossimo non avrà nemmeno una seconda.

Per l’anno scolastico in corso, infatti, gli iscritti con cittadinanza italiana erano solo due su diciassette e il provveditorato aveva bloccato la formazione della classe. Contro quella decisione, un gruppo di genitori aveva presentato ricorso (per la precisione un’”azione civile antidiscriminazione”), bocciato, però, dal Tribunale.

Ora il nuovo stop, contro il quale il vicesindaco e assessore all’Educazione, Maria Grazia Guida, annuncia battaglia.  “Ci attiveremo per cambiare questa decisione, per dare a quei bambini, la maggior parte dei quali ha già frequentato le scuole in Italia, la possibilità di iscriversi in quella prima. E per dare la possibilità al quartiere di continuare ad avere una scuola”.

Elvio Pasca

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