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Tunisia-Italia. L’ambasciatore: “Fermati i flussi irregolari, grazie per l’accoglienza”

Mestiri: “Nel 2011 arrivarono 22 mila tunisini, oggi siamo a qualche centinaia. La metà di quelli che hanno avuto il permesso umanitario ora lavora”

 

Roma – 1 marzo 2013 – “I migranti clandestini sono pochissimi adesso. Nel 2011 abbiamo raggiunto i 22 mila tunisini arrivati in Italia, oggi siamo a qualche centinaia. Nel 2012 abbiamo raggiunto circa i 2.200 e nel 2013 pochissimi sono arrivati in Italia. Perchè purtroppo anche le prospettive di lavoro in Italia, con il contesto economico che conosciamo tutti, sono un po' difficili”.

È l’analisi fatta ieri dall'ambasciatore tunisino in Italia, Naceur Mestiri, a margine della presentazione a Bologna del nuovo collegamento aereo tra l'aeroporto 'Marconi' e Tunisi.

L'ambasciatore ha spiegato che oggi i flussi irregolari sono gestiti in maniera ''molto positiva''. “Anche noi facciamo una divulgazione in Tunisia tramite i media televisivi che non devono andare in Italia in maniera clandestina. Meglio scegliere strade legali”.

“Non vogliamo- ha  spiegato – che i nostri concittadini tunisini vengano in Europa e finiscano a compiere i reati dei clandestini, di droga o di altro, e quindi la nostra collaborazione e' ottima e siamo molto soddisfatti della collaborazione con i nostri amici italiani''.

Mestiri  ha detto che il suo Paese  “ha apprezzato gli sforzi e la collaborazione positiva delle autorità italiane per quanto riguarda l'accoglienza dei cittadini tunisini che sono arrivati in Italia dopo il 14 gennaio fino alla fine della primavera 2011. Hanno avuto un visto provvisorio di sei mesi che è stato rinnovato due volte e abbiamo apprezzato molto questo gesto amichevole dell'Italia''

''Oggi – ha aggiunto l’ambasciatore – tra i dodicimila tunisini che hanno avuto questo visto, abbiamo avuto informazioni che sono più di 6.000 quelli che hanno potuto avere un contratto di lavoro e un permesso di soggiorno. Una parte sono andati in Francia e in altri paesi europei. E il resto che non ha avuto la fortuna di trovare un lavoro è tornato in Tunisia, su una base volontaria con la collaborazione dei nostri amici delle autorità italiane''

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