"Opportunità importante di integrazione". Proposta di legge alla Camera Roma – 23 dicembre 2009 – Sono quasi trentamila i giovani italiani impegnati nel Servizio civile nazionale accanto ad anziani, malati e terremotati, nei parchi nazionali, nei musei, negli uffici pubblici e in tutte le altre situazioni dove c’è bisogno del loro aiuto.
In questo esercito pacifico e prezioso, Livia Turco chiede che possano entrare anche i figli degli immigrati. Secondo la presidente del Forum immigrazione e politiche sociali del Partito Democratico, sarebbe una “formidabile scuola della cittadinanza”, favorirebbe “la formazione di un sentimento di appartenenza, di responsabilità ed anche di affetto” verso l’Italia, rivelandosi un’”opportunità importante per l’integrazione delle seconde generazioni”
Il 15 dicembre Turco ha presentato alla Camera una proposta di legge per la “Promozione della partecipazione dei giovani immigrati al servizio civile nazionale”. Se fosse approvata, permetterebbe ai giovani stranieri tra i diciotto e i venticinque anni di partecipare a progetti proposti dai Comuni dove vivono, guadagnando al pari dei colleghi italiani poco più di 400 euro al mese, ma anche il diritto a rinnovare il permesso di soggiorno e un credito per l’acquisizione della cittadinanza.
Oggi il servizio civile nazionale offre molti meno posti rispetto al numero di domande di ammissione presentate , ed è riservato agli italiani. Allargando la platea dei candidati, non aumenterebbe la “concorrenza”? Proprio per ovviare a questo scenario, la proposta di legge prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro l’anno, che potrebbero finanziare i nuovi progetti dei Comuni aperti agli immigrati.
“Ai giovani immigrati l’Italia deve essere in grado di proporre un’ offerta di integrazione in cui ci siano diritti e doveri”, spiega l’esponente del Pd. In questo contesto, continua Turco, è importante “la formazione di una coscienza civica, attraverso la conoscenza del paese ospitante il rispetto delle sue regole ma anche la creazione di un legame affettivo verso di esso. A ciò può molto contribuire l’esperienza del servizio civile volontario”.