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Tutto quello che sai sugli immigrati è falso, ecco perchè

Da un’idea di Emma Bonino, il piccolo prontuario dei Radicali Italiani “per un  racconto (finalmente) veritiero sull’immigrazione”. Otto falsi da smascherare

 

Roma –  14 ottobre 2016 – Invasori, terroristi, ladri di lavoro, parassiti… Nei pensieri e negli insulti degli xenofobi, gli immigrati vestono sempre le vesti più paurose. Ma come cambiare il racconto dell’immigrazione cancellando le bugie e presentando i fatti? 

È quello che hanno cercato di fare anche i Radicali Italiani la scorsa settimana, con un rapporto pieno di dati che dimostra come l’immigrazione faccia bene all’Italia e che contiene anche diverse proposte per governarla meglio. Ora, da un’idea di Emma Bonino, è nato un opuscoletto che smonta otto tra i peggiori luoghi comuni che riempiono le conversazioni da bar, le pagine dei giornali e le bocche di certi politici.

“Tutto quello che sai sugli immigrati è falso”, recita il titolo di questo “piccolo prontuario per un racconto (finalmente) veritiero sull’immigrazione”. Qui di seguito, il testo integrale: 

“Siamo di fronte a un’invasione!

FALSO. Nell’Unione Europea, su oltre 500 milioni di residenti di ogni età (510 milioni) nel 2015, solo il 7% è costituito da immigrati (35 milioni), mentre gli autoctoni sono la stragrande maggioranza (93%, pari a 473 milioni). La quota di stranieri varia notevolmente tra i paesi europei (il 10% in Spagna, il 9% in Germania, l’8% nel Regno Unito e in Italia, il 7% in Francia): è curioso, però, che i paesi più ostili all’accoglienza degli immigrati sono quelli che ne hanno di meno: la Croazia, la Slovacchia e l’Ungheria, ad esempio, che ne hanno circa l’1%.

In tutta l’Unione Europea, rispetto al 2008, i permessi di soggiorno per lavoro concessi a cittadini extracomunitari sono diminuiti dell’8%: in Italia si registra una netta flessione da circa 512 mila ingressi del 2007 a 248 mila del 2014 (- 51,8%). Nello stesso periodo si registra un aumento significativo solo in Germania e in Francia.

Ma non c’è lavoro neanche per gli italiani. Non possiamo accoglierli!

FALSO. Per mantenere sostanzialmente inalterata la popolazione italiana dei 15-64enni nel prossimo decennio, visto che tra il 2015 e il 2025 gli italiani diminuiranno di 1,8 milioni, è invece necessario un aumento degli immigrati di circa 1,6 milioni di persone: si tratta di un fabbisogno indispensabile per compensare la riduzione della popolazione italiana in età lavorativa causata dalla diminuzione delle nascite, per salvaguardare l’attuale forza di lavoro, per garantire l’attuale capacità produttiva del Paese e per rendere sostenibile il sistema previdenziale.

Sì, ma questi ci rubano il lavoro!

FALSO. In Italia gli immigrati hanno quasi sempre controbilanciato la flessione del numero degli italiani, e la modesta crescita complessiva della popolazione negli ultimi dieci anni (+4%) è stata resa possibile quasi esclusivamente dall’aumento del loro numero.

Agli immigrati sono riservati solo i lavori non qualificati, in gran parte rifiutati dagli italiani: gli stranieri non riducono l’occupazione degli italiani, ma occupano progressivamente le posizioni meno qualificate abbandonate dagli autoctoni, soprattutto nei servizi alla persona, nelle costruzioni e in agricoltura: settori in cui il lavoro è prevalentemente manuale, più pesante, con remunerazioni modeste e con contratti non stabili.

Dai dati più aggiornati del 2015, infatti, emerge che oltre un terzo degli immigrati svolge lavori non qualificati (36% contro il 9% degli italiani), quasi il 60% esegue mansioni mediamente qualificate (57% contro il 53% degli italiani) e solo il 7% esegue professioni altamente qualificate (contro il 37% degli italiani). Una quota maggiore di immigrati è occupata rispetto a quella degli italiani, ma i loro stipendi sono inferiori a quelli dei nativi e decrescono nel tempo: il 48% è a rischio povertà.

Sarà, però ci tolgono risorse per il welfare

FALSO. I costi complessivi dell’immigrazione, tra welfare e settore della sicurezza, sono inferiori al 2% della spesa pubblica.

Dopodiché, gli stranieri sono soprattutto contribuenti: nel 2014 i loro contributi previdenziali hanno raggiunto quota 11 miliardi, e si può calcolare che equivalgono a 640mila pensioni italiane. Col particolare che i pensionati stranieri sono solo 100mila, mentre i pensionati totali oltre 16 milioni. Inoltre, il gettito IRPEF complessivo versato dagli immigrati (circa il 9% dei contribuenti) è pari quasi a 7 miliardi. L’apporto di lavoro degli stranieri è fondamentale per la creazione di valore aggiunto. Dal 1998 al 2007 il PIL totale italiano è salito del 14,4% in termini reali, ma senza gli stranieri sarebbe salito solo del 10,5%; nei successivi sette anni di crisi (2008-2015) il PIL complessivo è calato del 7,3%, ma sarebbe sceso ancora di più, cioè del 10,3%, senza i lavoratori immigrati.

Comunque i rifugiati sono troppi, non c’è abbastanza spazio in Europa! 

FALSO. Dei 16 milioni complessivi, solo 1,3 milioni sono ospitati nei 28 paesi dell’Unione europea (8,3%), tra cui l’Italia (118 mila, pari allo 0,7%). I paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati nel 2015 sono la Turchia (2,5 milioni), il Pakistan (1,6 milioni), il Libano (1,1 milioni) e la Giordania (664 mila). Gli arrivi complessivi per mare in Italia sono stati 170 mila nel 2014, 154 mila nel 2015 e nel 2016, fino a settembre, 121.000. Il numero, dunque, rimane stabile.

Certo, e allora li ospitiamo negli alberghi…

FALSO. I centri di accoglienza straordinaria (CAS) sono strutture temporanee cui il Ministero dell’interno ha fatto ricorso, a partire dal 2014, in considerazione dell’aumento del flusso: le prefetture, insieme alle Regioni e agli enti locali, cercano ulteriori posti di accoglienza nei singoli territori regionali, e quando non li trovano si rivolgono anche a strutture alberghiere o di altra natura. Si tratta di una gestione straordinaria ed emergenziale, spesso criticata in primo luogo da chi si occupa di asilo, perché improvvisata, in molti casi non conforme agli standard minimi di accoglienza e quindi inadatta ad attuare percorsi di autonomia. Quindi sono uno scandalo non gli alberghi, ma la mala gestione e l’assenza di servizi forniti in quei centri improvvisati.

…e diamo loro 35 euro al giorno per non fare niente!

FALSO. Se si analizza il costo annuo medio per rifugiato (2015), il paese che spende di più è l’Olanda (24mila euro), seguita dal Belgio (19mila), dalla Finlandia (14mila) e dall’Italia (13mila), mentre quello che spende meno è il Regno Unito (2,5 mila euro). In Germania i richiedenti asilo possono ottenere un lavoro e ricevere una cifra che si aggira attorno ai 360 euro mensili. Nel Regno Unito ricevono un sussidio di 160 sterline al mese, con cifre in aggiunta nel caso di donne incinte o con figli minori.

In Italia, nel 2014, sono stati spesi complessivamente per l’accoglienza 630 milioni di euro, e nel 2015 circa 1 miliardo e 162 milioni. Il costo medio per l’accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno (45 per i minori) che non finiscono in tasca ai migranti ma vengono erogati agli enti gestori dei centri, e servono a coprire le spese di gestione e manutenzione, ma anche a pagare lo stipendio degli operatori che ci lavorano. Della somma complessiva solo 2,5 euro in media, il cosiddetto “pocket money”, è la cifra che viene data ai migranti per le piccole spese quotidiane (dalle ricariche telefoniche alle sigarette).

Sì, però i terroristi islamici stanno sfruttando i flussi migratori per fare attentati e conquistare l’Europa!

FALSO. Limitando l’osservazione al terrorismo islamista, i primi 5 paesi con la maggiore quota di morti sono l’Afghanistan (25%), l’Iraq (24%), la Nigeria (23%), la Siria (12%), il Niger (4%) e la Somalia (3%). Le vittime dell’Europa occidentale rappresentano una quota residuale, perfino inferiore all’1%.

L`Italia è terra d’immigrazione con molti cristiani ortodossi: oltre 2 milioni tra ucraini, romeni, moldavi e altre nazionalità. Seguono circa 1 milione e 700mila persone di religione musulmana (compresi gli irregolari e minori), meno di un terzo del totale degli oltre 5 milioni di stranieri in Italia. In Europa solo il 5,8 per cento della popolazione è di religione islamica.

 

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