L’ Europarlamento: “Tripoli deve rispettare i diritti di migranti e richiedenti asilo”.Le condizioni per un accordp Roma – 20 gennaio 2011 – Niente assegni in bianco a Gheddafi. La Libia dovrà dimostrare di tutelare i diritti di migranti e richiedenti asilo prima di poter stringere accordi con l’Unione Europea.
Sono le raccomandazioni rivolte oggi dall’ Europarlamento al Consiglio e alla Commissione Europea, che stanno definendo un accordo quadro con la Libia. Questo coprirebbe le relazioni politiche, l’immigrazione e l’energia, in vista dell’apertura di un libero mercato. I negoziati sono iniziati nel 2008 e mirano al primo rapporto bilaterale tra l’UE e il Paese nordafricano.
I deputati auspicano un’intensificazione delle relazioni tra l’UE e il paese nordafricano e l’apertura di un ufficio dell’Unione europea a Tripoli, ma chiedono innanzitutto regole più severe a garanzia dei migranti e delle libertà fondamentali. La Libia dovrebbe garantire protezione ai migranti, riconoscere lo status di rifugiato, accettare la presenza formale dell’Alto commissariato per i rifugiati dell’ONU e imporre una moratoria sulla pena di morte.
Consiglio e la Commissione dovranno ottenere una serie di garanzie prima che un accordo di riammissione possa essere stipulato con un paese in cui i diritti umani sono sistematicamente violati. Ogni possibile accordo di riammissione dovrà automaticamente escludere i richiedenti asilo, e evitare espulsioni collettive,
La raccomandazione approvata oggi cita espressamente l’accordo "d’amicizia" raggiunto fra il governo italiano e quello di Tripoli, specificando anche la richiesta fatta lo scorso novembre dal Parlamento italiano di rivederne i termini.
Nei mesi scorsi, sono diventate insistenti le richieste delle autorità di Tripoli riguardo al contrasto dell’immigrazione clandestina. “Se non ci sono soldi, non ci saranno guardie alle frontiere” ha sintetizzato a metà dicembre il ministro dell’Interno libico. Lo scorso agosto, in visita a Roma, il leader libico Muammar Gheddafi ha chiesto all’Ue 5 miliardi di euro, altrimenti, ha minacciato, “tutta l’ Africa si riverserà in Europa”.