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Ue: pene più severe per chi assume clandestini

Si lavora a una direttiva per punire i datori di lavoro. Prevista anche la chiusura dell’attività

Bruxelles – 17 luglio 2008 – Nel tentativo di eliminare il richiamo principale per gli immigrati irregolari, l’Unione europea si prepara a punire più severamente chi dà loro lavoro.

Ai 27 Paesi membri si chiederà di applicare sanzioni finanziarie e amministrative contro i datori di lavoro, prevedendo, nei casi più gravi, anche la sospensione o la chiusura dell’attività. Sarà inoltre considerato reato l’utilizzo di lavoratori irregolari che si sa essere state vittime dei trafficanti di uomini.

È quanto prevede una proposta di direttiva che la prossima settimana sarà sul tavolo del consiglio dei ministri dell’Interno Ue e sulla quale dovrà pronunciarsi in co-decisione l’Europarlamento. L’obiettivo della presidenza di turno francese, per la quale l’immigrazione e’ uno dei temi prioritari, e’ il via libera già durante questo semestre.

Secondo il relatore all’Europarlamento Claudio Fava (Sinistra democratica), autore di una serie di proposte di modifica che saranno esaminate dalla commissione Liberta’ civili dopo la pausa estiva, bisogna evitare che ”per punire i datori di lavoro la direttiva si trasformi in punizione degli sfruttati, il rimpatrio forzato in sé è già una misura punitiva ”.

In particolare, ha affermato ieri Fava durante una audizione della commissione, va inserito l’obbligo che i pagamenti arretrati di stipendi e contributi vengano versati dall’imprenditore prima del rimpatrio forzato del lavoratore clandestino nel suo Paese d’origine.


EP

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