Bocciata la proposta di Maroni. “Prematuro attivare la direttiva, non è come la crisi del Kosovo”. Il ministro dell’Interno: "A che serve rimanere nell’Ue?"
Roma – 11 aprile 2011 – Il consiglio dei ministri dell’Interno dell’Ue a Lussemburgo ha deciso di non attivare la direttiva sulla protezione temporanea. Questa avrebbe permesso, tra l’altro, di distribuire i profughi nordafricani tra tutti i Paesi membri.
La proposta portata in consiglio dal Roberto Maroni e dal suo omologo maltese Carmelo Mifsud Bonnici è stata bocciata. ”Ogni Stato membro e’ rimasto sulle sue posizioni”, ha spiegato durante una pausa il rappresentante del governo di La Valletta.
Dura la reazione di Maroni. "Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare a far parte dell’Unione europea” ha detto il ministro alla fine del Consiglio. “È stato un incontro deludente – ha aggiunto – e la linea passata è quella che l’Italia deve fare da sola. La riunione si è conclusa con un documento, sul quale c’è stata la mia astensione, che non prevede alcuna misura concreta”.
“Noi, quando c’è stato bisogno, abbiamo espresso la nostra solidarietà verso la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo. Ma a noi, in questa situazione di grave emergenza, ci è stato detto "cara Italia, sono affari tuoi e devi fare da sola" ha sottolineato Maroni.
La bocciatura non è una sorpresa. Da giorni il Commissario Ue per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom diceva che tra i 27 non c’era una maggioranza favorevole ad attivare la direttiva 55 del 2001. "In questo momento e’ troppo prematuro. La maggioranza dei paesi ritiene che la direttiva può essere utilizzata ma che non siamo ancora al punto di farlo” ha ribadito poco fa la stessa Malmstrom.
"Questa direttiva – ha ricordato il commissario – e’ nata dopo il Kosovo, quindi parliamo di centinaia di migliaia di profughi, non siamo ancora a questo punto". Ciò non toglie che i Paesi Ue "possono mostrare solidarietà anche senza la direttiva”, come ad esempio ha fatto la Germania che "lo scorso venerdì ha offerto la sua disponibilità di accogliere un centinaio di rifugiati" in provenienza dalla Libia e sbarcati a Malta.
Da notare, comunque, che per ora le autorità europee quando parlano della direttiva fanno riferimento solo a chi fugge dalla guerra in Libia, confermando la linea per cui i tunisini arrivati in Italia vanno considerati solo come migranti economici. E quindi come clandestini da rimpatriare.
Malmstrom ha aggiunto che "non spetta alla Commissione europea fornire consigli a Italia" sul cosa fare con gli immigrati tunisini sbarcati a Lampedusa. "L’Italia ha deciso di concedere dei permessi di soggiorno , ha diritto di farlo", e "naturalmente l’Italia agirà nel pieno rispetto degli impegni comunitari”. Bruxelles è "in continuo contatto con le autorità italiane" e che "ha già fornito assistenza e stanziamenti" per "alleviare la situazione in loco".
Quanto alla libertà di circolazione con un permesso umanitario italiano, il commissario ha ricordato che "nella stessa comunicazione ricevuta dal governo" viene specificatamente menzionato che questa e’ sottoposta alle regole in vigore in materia nell’Ue e tra i paesi Schengen.