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Ue: sì alle sanzioni per chi assume clandestini

L’europarlamento approva direttiva per colpire i datori di lavoro. I 27 hanno due anni per applicarla

Roma – 19 febbraio 2009 – Dopo l‘accordo raggiunto due settimane fa con il consiglio europeo, l’Europarlamento ha approvato stamattina una nuova direttiva che introduce sanzioni finanziarie, amministrative e penali contro i datori di lavoro che impiegano cittadini extraue senza permesso di soggiorno.

Il testo è passato con 552 voti favorevoli, 105 contrari e 34 astensioni e, dal momento in cui arriverà in Gazzetta Ufficiale europea, gli Stati membri avranno due anni per recepirne le indicazioni. Parte di queste sono comunque già presenti nella legislazione italiana.

Le multe saranno  proporzionate al numero di dipendenti irregolari. Si aggiungeranno al pagamento dei costi per il rimpatrio, della retribuzione arretrata (se era inferiore al minimo stabilito dalla legge)  delle tasse e dei contributi non versati, che il lavoratore potrà riscuotere anche dal suo Paese.

Sul fronte amministrativo, è prevista per le imprese l’esclusione da appalti e sovvenzioni pubbliche. Gli stabilimenti in cui hanno lavorato degli irregolari potranno essere chiusi temporaneamente o anche definitivamente, così come si potrà arrivare alla sospensione o al ritiro delle licenze d’esercizio.

Nei casi più gravi (recidivi, impiego di più clandestini, di minori o di vittime della tratta)  si prevede che la violazione intenzionale del divieto di assumere clandestini sia considerato reato. Scatteranno di conseguenza anche delle sanzioni penali.

Associazioni e sindacati potranno assistere chi denuncia i propri datori di lavoro o anche presentare denunce autonomamente. Gli Stati membri sono chiamati a vigilare, prevedendo ispezioni  efficaci e definendo i settori in cui si concentra l’impiego di manodopera irregolare.

Dalla direttiva non arrivano però buone notizie per i lavoratori clandestini: non verranno regolarizzati, quindi li aspetta comunque l’espulsione. Solo  in “situazioni di particolare sfruttamento” gli Stati membri potranno concedere, caso per caso, permessi di durata limitata.

La legge italiana già punisce chi occupa lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno. Il testo unico sull’immigrazione prevede per il datore di lavoro l’arresto da tre mesi a un anno e una multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato. A questo si aggiungono poi le sanzioni amministrative per la violazione degli obblighi retributivi e contributivi.

Ecco il testo approvato oggi a Strasburgo

EP

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