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Uil: “Regolarizzazione, probabili meno di 100mila domande”

"Sono elevati i costi della procedura"

Roma, 5 ottobre 2012 – "Un meccanismo che avanza tanto a rilento da rischiare di mancare l'obiettivo minimo delle centomila domande presentate".

Cosi' una nota del dipartimento Politiche migratorie Uil, descrive la procedura di emersione dei lavoratori immigrati. "In effetti, la media dei primi 18 giorni e' stata di 2.750 domande inviate al giorno: se il trend dovesse seguire questo ritmo – ipotizza la Uil – arriveremmo appena sopra le 80 mila domande totali". E anche mettendo in conto il probabile rush finale (le domande devono essere inviate entro il 15 ottobre), avverte, "non c'e' da farsi molte illusioni sulla possibilita' di andare oltre quota centomila".

Alla base della scarsa adesione alla regolarizzazione, secondo il sindacato guidato da Angeletti, ci sono ragioni precise. La prima e' rappresentata dai costi elevati della procedura, tanto che molte domande sono relative al settore domestico, dove probabilmente ce la si puo' cavare con 2.000 euro di spese in tutto, contro le 5-10 mila di altri settori (tra una tantum, contributi e anticipi Irpef). Per questo, sottolinea la Uil, al 2 ottobre, delle 45.000 domande passate dal sistema informatico allo sportello unico, quasi 40 mila sono per il settore domestico. Ma "un terzo di queste – denuncia la Uil – sono fatte per lavoratori di Paesi (Marocco, Egitto, Pakistan,Tunisia) notoriamente poco propensi a lavorare in quel settore". "Da qui il logico sospetto – spiega il sindacato – che molte scelte siano state dettate non dalla domanda di mercato, ma piuttosto dall'imperativo di risparmiare e non perdere troppi soldi, visto che spesso i costi delle regolarizzazioni vengono fatte pagare agli immigrati stessi".

Altro punto critico sull'adesione alla procedura di "ravvedimento operoso" e' l'assenza di parita' di trattamento tra lavoratore e datore di lavoro. "Quest'ultimo anche se va male la domanda – annota la Uil – sara' comunque al riparo dal rigore della legge (a meno che non abbia colpe manifeste); il lavoratore straniero invece rischia l'espulsione, anche se non ha nessuna colpa sull'esito eventualmente negativo della domanda".

Tuttavia, conclude il sindacato, "per quanto incompleta, pasticciata e piena di limiti, l'attuale regolarizzazione in corso, iniziata il 15 settembre, e' comunque un'occasione per uscire dalla trappola della clandestinita' che condanna migliaia di persone a un'assenza di futuro e di diritti; esseri umani la cui unica 'colpa' e' quella dell'aver voluto sfuggire alla propria condizione di miseria, ma di averlo fatto 'senza i documenti necessari'".

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