Roma – 15 settembre 2011 – ”Dobbiamo liberarci dalla vecchia idea che puoi ricevere aiuti dallo Stato senza condizioni. C’e’ qualcosa che potete fare per trovare lavoro, e essere capaci di parlare l’inglese e’ tra queste”.
È il pressing del primo ministro britannico David Cameron, che ieri, di fronte a dati preoccupanti sulla disoccupazione, ha minacciato di togliere i sussidi agli immigrati senza lavoro che non conoscono l’inglese. Una riforma del collocamento voluta dal governo prevede che aspiranti lavoratori possano essere obbligati a seguire corsi di lingua.
Se gli immigrati parlano inglese, ha sostenuto Cameron, ”e’ buono per loro ed e’ buono per il contribuente perche’ non sprechiamo piu’ i fondi del welfare. E’ buono anche per l’economia perche’ vogliamo piu’ gente al lavoro che renda l’economia piu’ forte e produttiva”.
In Italia, per ora, solo chi prende la carta di soggiorno deve superare un test di italiano. Appena però entrerà in vigore l’”accordo di integrazione” (già approvato definitivamente dal governo è atteso in Gazzetta Ufficiale), anche tutti i nuovi immigrati, per poter rimanere in Italia, dovranno dimostrare di aver acquisito entro un paio di anni una conoscenza basilare della lingua.