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Un muro tra Usa e Messico e stop allo ius soli, Trump e l’immigrazione

Il programma del candidato repubblicano alla Casa Bianca. “Arrestare e rimpatriare gli irregolari, precedenza ai lavoratori americani”

New York – 18 agosto 2015 – “Siamo l’unico paese al mondo il cui sistema dell’immigrazione mette le esigenze delle altre nazioni davanti alle nostre. Questo deve cambiare”. 

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump apre così un documento programmatico sull’immigrazione pubblicato sul suo sito internet. Una lunga serie di idee e proposte che delineano un drastico giro di vite, tra lotta  agli immigrati irregolari e penalizzazioni anche per quelli regolari, secondo il principio  “prima gli americani”. 

Secondo Trump, ad esempio, “deve esserci un muro lungo il confine meridionale” e a finanziarlo dovrebbe essere il Messico. “I leader messicani – scrive – hanno approfittato degli Stati Uniti, usando l’immigrazione illegale per esportare criminalità e povertà dal loro Paese”. Finché il Messico non paga, gli Usa dovrebbero sequestrare le rimesse degli immigrati illegali e alzare dazi commerciali e tariffe consolari per i messicani. 

L’aspirante presidente americano vuole anche triplicare gli agenti dell’ICE, la polizia federale dell’immigrazione, oggi sono solo 5 mila a combattere contro “11 milioni di immigrati illegali”. Le persone soprese a varcare illegalmente la frontiera andrebbero tenute in carcere “finchè non vengono rimpatriare, basta arresti e rilasci”, e chi si trattiene negli Usa oltre la scadenza di un visto andrebbe punito penalmente e arrestato fino al processo. 

Trump attacca anche il principio dello ius soli che caratterizza al legislazione americana sulla cittadinanza. “Stop alla cittadinanza per nascita, è il più grande magnete per l’immigrazione illegale”. Nessun “paese sano”, spiega nel documento, “dà automaticamente la cittadinanza ai figli di immigrati illegali”. 

Infine, il repubblicano spiega come “mettere prima i lavoratori americani”, premettendo che “decadi di disastrosi accorsi commerciali e politiche migratorie hanno distrutto la nostra classe media”. I lavoratori immigrati avrebbero fatto crollare le retribuzioni e rubato il lavoro agli autoctoni, soprattutto a svantaggio dei neri americani.

Trump propone tra le altre cose di ridurre gli ingressi di lavoratori non qualificati, scoraggiare l’assunzione di lavoratori stranieri qualificati (alzano lo stipendio minimo necessario per un visto HB1) e prevedere per tutti i lavori che  i datori si rivolgano prima al mercato interno. Vorrebbe poi sospendere la concessione di nuove green cards per un periodo durante il quale “saranno costretti ad assumere dal bacino domestico”. 

Altro che i decreti di Obama o le proposte bipartisan arenate al Congresso. È questa, secondo l’aspirante inquilino della Casa Bianca, la “riforma dell’immigrazione che farà di nuovo grande l’America

Leggi le “positions” di Donald Trump sull’immigrazione

 

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