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Un romeno su tre sogna la patria

Un sondaggio rivela il desiderio dei migranti della Romania che vivono in Italia di ricostruirsi una vita nel paese d’origine

Roma – 18 gennaio 2008 – Uno su tre dei romeni immigrati in Italia intende tornare definitivamente in patria entro due anni per costruirsi o comprarsi una casa e ristabilirvisi. Il dato emerge da un sondaggio fatto dall’Istituto di ricerca romeno Metro Media – Transilvania e commissionato dall’agenzia di strategia del Governo della Romania.

Lo studio è stato condotto tra novembre e dicembre 2007 su 1.066 persone. Solo il 21 percento di loro ha dichiarato di voler restare definitivamente in Italia. Mentre per il 35% il detto “casa dolce casa” è riferito alla Romania e lì si vedono entro un paio d’anni. Emerge un forte fattore ‘nostalgia’. I migranti romeni "mantengono relazioni strette" con i parenti rimasti nel paese d’origine. Il 51% invia denaro alla famiglia almeno due o tre volte all’anno, mentre il 70% ritorna nella terra natia almeno una volta all’anno.

Ma il desiderio di tornare indietro può essere legato al recente fatto di cronaca a Roma che ha visto morire Giovanna Reggiani, dopo l’aggressione da parte di un cittadino romeno. Secondo lo studio il 63% degli intervistati ritiene che i mass media italiani hanno presentato in modo "tendenzioso e sbagliato" l’accaduto. E il 72% è dell’opinione che l’immagine che gli italiani hanno degli immigrati romeni "si è deteriorata" in seguito a questo il tragico fatto.

C’è poi il fatto che alla spalle della migrazione di molti ci sono state situazioni economiche e lavorative molto gravi che oggi non sussistono più. Lo conferma Floriana Puscasu, general manager dell’agenzia di reclutamento ‘Obiettivo lavoro Romania’, secondo la quale dei mille romeni che negli ultimi tre anni avevano trovato un impiego in Italia grazie alla sua società, il 35% è già rientrato in patria. La manager fa notare inoltre che sono molto aumentate le richieste di lavoro per la Romania, mentre diminuiscono quelle per l’estero.

Secondo il sondaggio il 60 percento del campione prima di emigrare aveva un salario di circa 140 euro al mese, mentre la maggioranza di loro in Italia guadagna mediamente 1.030 euro. Ma c’è un 23 percento che nel Belpaese lavora in nero. Probabilmente sulle scelte future molto comincia a pesare la discriminazione. Sente di esserne vittima il 30% degli intervistati.

Antonia Ilinova

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