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Una regolarizzazione per pagare la ricostruzione in Abruzzo

Dare un permesso a chi ha un lavoro porterebbe miliardi di euro nelle casse dello Stato. La proposta di Stranieriinitalia.it Roma – 15 aprile 2009 – La regolarizzazione dei lavoratori immigrati potrebbe pagare la ricostruzione in Abruzzo.

In Italia ci sono almeno 600mila cittadini stranieri senza permesso di soggiorno che lavorano inevitabilmente in nero presso imprese e famiglie. Persone oneste, che non sono riuscite a passare per le strette maglie delle legge sull’immigrazione e chiedono solo la possibilità di vivere finalmente alla luce del sole.

Questa chance potrebbe essere offerta loro, come è successo per le regolarizzazioni del passato, in cambio di un contributo forfetario. Settecento euro a testa, la cifra chiesta nel 2002, porterebbero ad esempio subito nelle casse dello Stato 420milioni di euro, uno stanziamento importante, immediatamente disponibile, per fronteggiare l’emergenza terremoto.

E se il contributo forfetario sarebbe una tantum, il vero tesoro arriverebbe dal costante gettito fiscale e previdenziale assicurato dai nuovi 600mila lavoratori emersi. In base a stime recenti del Sole 24 Ore, verserebbero più di 730 milioni l’anno in tasse e oltre 2,4 miliardi l’anno in contributi, una buona parte dei quali potrebbe essere destinata in via straordinaria alla ricostruzione.

"La regolarizzazione diventerebbe così non solo l’unico strumento utile per far emergere finalmente dall’ombra  centinaia di migliaia di persone, ma anche l’occasione per rafforzare il vincolo di solidarietà tra questi nuovi cittadini e gli italiani. Una deroga, forse, alla linea del governo sugli immigrati, giustificata però da un fine decisamente più importante" commenta Gianluca Luciano, amministrazione unico di Stranieri in Italia.

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