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Un’agenzia Ue per l’asilo politico

Proposta da Bruxelles, sosterrà i paesi membri nell’esame delle domande. Barrot: “Ma la competenza resta nazionale”

Bruxelles – 19 febbraio 2009 – Creare un ufficio europeo che si occupi delle domande d’asilo presentate nell’Ue. La proposta arriva dalla Commissione europea ed è rivolta soprattutto ai paesi del sud dell’Ue, anzitutto  l’Italia e la Spagna, sulle cui coste approdano decine di migliaia di  persone.

La creazione dell’ufficio per l’asilo era stato previsto  nel patto europeo per l’immigrazione e l’asilo proposto dal presidente francese Nicolas Sarkozy nel 2008 e poi adottato in autunno dai leader dei Ventisette.        "Una delle missioni di questo ufficio – ha spiegato il  commissario alla Giustizia, la libertà e la sicurezza Jacques Barrot  – sarà quella di fornire un’assistenza operativa o tecnica di  esperti" in materia. Il responsabile Ue ha sottolineato però che  "questo ufficio non avrà alcun potere decisionale, perché in materia di asilo tocca alle autorità nazionali prendere la decisione di concederlo o rifiutarlo".     

In effetti, spiega una nota della Commissione, "l’Ufficio  sosterrà l’impegno degli Stati membri nell’attuare una politica  d’asilo più coerente ed equa, aiutandoli ad esempio ad individuare le buone prassi, organizzando formazioni a livello europeo e migliorando  l’accesso a informazioni valide sui paesi d’origine; avrà il compito  di coordinare le equipe di sostegno composte da esperti nazionali, cui potranno fare ricorso, su richiesta, gli Stati membri che devono far  fronte ad afflussi massicci di richiedenti asilo nel loro territorio;  fornirà inoltre assistenza scientifica e tecnica ai fini dello  sviluppo della politica e della legislazione in materia d’asilo".  

Il nuovo ufficio proposto della Commissione,  in caso di rapido accordo dei Ventisette, potrebbe diventare operativo entro il 2010. Esso avrà la forma di un’agenzia, organismo europeo  indipendente. La Commissione e gli Stati membri saranno rappresentati  nel consiglio d’amministrazione, che ne e’ l’organo di direzione.  Inoltre l’Ufficio lavorerà in stretta cooperazione con le autorità  degli Stati membri competenti in materia d’asilo, e con l’Alto  Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.    

 Bruxelles ricorda che le attuali modalità d’attuazione del  diritto d’asilo mostrano che esistono grandi divergenze fra le prassi  degli Stati membri per quanto riguarda le domande di protezione  internazionale. "Un iracheno, ad esempio – spiega  la nota – ha il 71% di possibilità di ottenere tale protezione in uno Stato membro e il  2% in un altro". Per questo Barrot ha annunciato che nei prossimi mesi proporrà "l’armonizzazione delle procedure di asilo", e,  successivamente, una "definizione di rifugiato" comune a tutta l’Ue.

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