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Unar: “Calano le discriminazioni sul lavoro”

Nel 2013 la maggior parte delle segnalazioni riguardavano mass media e vita pubblica. Buemi: “Più attenzione al Diversity Management”

Milano – 3 marzo 2014 – “In Italia in materia di Diversity Management, c'è ancora molto da fare, ma il trend di denuncia rilevato nel 2013 dal contact center dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (800.90.10.10) rispetto alle discriminazioni nei luoghi di lavoro è diminuito rispetto all'anno precedente”

Lo ha detto stamattina Marco Buemi, esperto Unar, durante la conferenza stampa “Lavoro: diversità uguale opportunità” organizzata a Milano da Diversitalavoro.

Se nel 2012 le denunce di atti discriminatori erano riconducibili in buona parte ai contesti di lavoro (37,7%), nel 2013 questo allarmante primato è stato raggiunto dai mass media (26,2%) e dalla vita pubblica (21,1%); rispetto al lavoro la percentuale si è assestata al 16%.

“Questa inversione di tendenza – ha sottolineato Buemi – è sicuramente riconducibile anche all'impegno delle numerose associazioni ed organizzazioni che, sul territorio, si sono fatte promotrici di concrete azioni positive di integrazione e sensibilizzazione nel mondo del lavoro ed alle diverse iniziative di Diversity Management che l'UNAR promuove capillarmente sul territorio anche con il coinvolgimento delle aziende italiane".

L'attenzione su questo settore strategico di inclusione resta però alta. La maggior parte delle discriminazioni sul lavoro (71,9%) si verificano per l'accesso all'occupazione, riguardano soprattutto l'età (47,8%) e la razza e l'etnia (37,7%), e vengono segnalati più dalle vittime (55,8%) che dai testimoni (21,2%).

“Nel 2014 l’Italia ospiterà, dal 1 luglio al 31 dicembre, il Semestre di Presidenza Europeo. Per l'UNAR – ha spiegato l’esperto – sarà un anno molto importante, organizzeremo infatti diversi eventi europei che richiameranno l’attenzione sulle tematiche relative alla non discriminazione ed in particolare al Diversity Management, per una maggiore diffusione della cultura della differenze".
 

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